domenica 29 novembre 2009

Lares, dalla cassa integrazione all’innovazione. Un futuro possibile?

Il futuro di 250 famiglie, la perdita inestimabile di tanti posti di lavoro, sembra non interessare più nessuno. Eppure con i tempi che corrono, con le crescenti difficoltà della stato a reperire soldi da destinare agli ammortizzatori, non sarebbe meglio intervenire e cercare di sanare due aziende di rilevanza europea, come Lares e Metalli Preziosi, le quali versano nelle condizioni attuali non a causa della crisi, ma come è noto, per la cattiva gestione?
Le autorità locali dopo un iniziale interessamento sembrano determinate a far calare il sipario. Ma non è vero che Lares è ormai senza futuro. Al contrario ce l’ha, come ce l’ha la Innse di Lambrate, che tutti davano per spacciata e invece oggi ha ripreso l’attività con una nuova proprietà e un nuovo piano industriale. I suoi lavoratori, diventati famosi per essere saliti questa estate su un carro ponte richiamando l’attenzione sulla loro azienda, lo sapevano e proprio alcuni di loro sono venuti nei giorni scorsi al presidio dell’azienda chiusa di Paderno Dugnano (nella foto un momento dell'incontro) per offrire solidarietà, ma anche il frutto di quella esperienza.
“Lares un nuovo piano industriale ce l’avrebbe, noi lo abbiamo anche individuato – mi spiega Angelo Lupi, tecnico dell’azienda -. L’azienda potrebbe riprendere a lavorare nella sua nicchia che è quella delle schede di campionatura, dello sviluppo prototipi e lotti di produzione piccoli e medi, cioè 10-20mila pezzi. Tutte cose che i cinesi non fanno perché sono organizzati solo per fare i grandi volumi”. Ad esempio schede a base di Kapton, una pellicola con la quale si realizzano circuiti stampati flessibili, resistente alle alte temperature, moduli ceramici per alta frequenza con alto punto di scioglimento. Lavorazioni speciali, insomma, che l’azienda potrebbe ricominciare a fare grazie alle competenze del suo personale che in questi anni ha sempre fatto ricerca sui prodotti innovativi di aziende quali Motorola, Nokia, Philips ed altri marchi famosi del settore, di cui era fornitore apprezzato.
“Questa capacità è sempre stata un nostro punto di forza riconosciuto dal mercato. Anche una parte delle tecnologie rimaste in fabbrica sono riutilizzabili dalla Nuova Lares che potrebbe nascere se trovasse un imprenditore determinato a percorrere questa nuova strada – osserva Lupi-, Però occorrono anche investimenti, nell’ordine di 10-15 milioni di euro, per acquistare nuove macchine e la disponibilità per iniziare di un capannone di 5mila mq. Le fasi di lavorazione più importanti nella produzione delle schede microelettroniche sono la metallizzazione e l’accoppiamento, cose che noi sappiamo fare bene. Siamo in grado anche di fare assemblaggio di gruppi per fornire schede complete”.
I soldi sono importanti, ma non sono la cosa più importante. Per rinascere la Nuova Lares avrebbe soprattutto bisogno di un imprenditore (che potrebbe essere anche un soggetto pubblico-privato, finanziato in parte da Regione e Provincia), ma anche di un capo progetto con competenze di produzione e ricerca, con solide relazioni con l’Università e conoscenza del mercato mondiale. Questo è l’identikit. Se si riuscisse a dargli un nome e un volto, Paderno Dugnano potrebbe tornare ad essere uno dei nodi della rete del meta distretto della microelettronica del Nord Milano, restituendo a questa città il ruolo d’avanguardia produttiva che ha sempre avuto. Altro che i call center.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nel ringraziarla per essere tornato ad occuparsi di noi, cogliamo l'occasione per fare una precisazione in riferimento al tema del volontariato (che anche lei ha trattato nel suo post:volontariato-o mangi la minestra o salti la finestra). La cifra che i lavoratori Lares e Metalli hanno ricevuto dall'amministrazione comunale per il mantenimento del presidio ammonta a 500 euro per ognuna delle due aziende. Lo vogliamo precisare poichè i nomi delle due aziende sono state citate nell'elenco delle cause che hanno concorso alla mancata assegnazione dei fondi per il volontariato di modo che sia chiara la misura nella quale esse possano avere contribuito.

I lavoratori Lares

Anonimo ha detto...

quindi circa il 5,5% ... e gli altri 94,5% dove sono andati a finire???!!!