Metalli Preziosi, il nodo sono i terreni
E' in stallo la trattativa per l'ingresso della nuova proprietà, la società italiana controllata da finanziatori russi, nella Metalli Preziosi. Il tempo passa, ma la questione sembra bloccata attorno al nodo del futuro dell'area industriale: ancora una volta i terreni su cui sorge l'azienda e la loro proprietà pendono come una spada di Damocle sulla testa dei 120 lavoratori in lotta, ormai un po' stanchi di aspettare. Il problema nasce dal fatto che i terreni della fabbrica appartengono a un'altra società che fa capo all'ex manager Astolfi, anch'essa coinvolta nel fallimento, e sono a disposizione della curatela che non intende affittarli per 6 anni più 6, come richiesto dal manager incaricato dai russi di gestire l'operazione. I curatori vogliono invece venderli per recuperare soldi da immettere nel fallimento per salvaguardare diritti pregressi di soggetti creditori, e sembrano chiedere una grossa somma per l'area, forse superiore al valore dell'azienda stessa che era stato stimato in circa 5milioni di euro. "Se non ci fosse questo intoppo potremmo sicuramente ripartire prima di Natale - dicono i lavoratori -. Siamo in dirittura d'arrivo, ma il traguardo sembra allontanarsi".
2 commenti:
I Curatori dovrebbero accettare soprattutto per ridare stabilità ai 120 lavoratori, è vero che nei fallimienti si mira a recuperaretutto, ma è vero anche che i creditori non vengono mai soddisfatti al 100%.
Bisognerebbe ricordare alla curatela che i soldi per pagare i debiti dovrebbero cercarli al sig. Astolfi causa di tutto.
Ma è mai possibile che in questo paese i veri colpevoli non paghino mai?
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