martedì 6 ottobre 2009

Lares: la lettera dei lavoratori, l'ordinanza del sindaco

Il futuro di Lares è ancora un tunnel buio. Nei giorni scorsi a Roma è stata firmata dal Ministero delle attività Produttive la concessione della Cassa Integrazione Ordinaria per i lavoratori che dal dicembre 2008 hanno ricevuto finora solo l'equivalente di due mesi e una settimana di trattamento. Ma prima che arrivino i soldi passeranno ancora molte settimane, pertanto i lavoratori hanno aperto un conto corrente per la raccolta di fondi destinati al mantenimento del presidio che stanno portando avanti ininterrottamente da mesi.
Per chi volesse contribuire direttamente le coordinate bancarie del conto sono le seguenti:BANCA POPOLARE DI MILANO SEDE DI PADERNO DUGNANO AGENZIA 00066C.C. 00001217 IBAN IT57R0558433520000000001217INTESTATO A: GRIGOLETTO DANIELA, PROVOLI GRAZIELLA, LARES
Nel frattempo i lavoratori non rinunciano a chiedere una risposta ufficiale alla loro lettera aperta che il Sindaco e la sua maggioranza non hanno voluto finora prendere in considerazione. Il Tavolo Istituzionale richiesto dai lavoratori, è stato detto durante la seduta di martedì scorso, sarebbe inutile. Ma è davvero così?
Riunire tutti i protagonisti istituzionali dell'accordo del 2004 (Comune, Provincia, Regione, Sindacato, Confindustria, ecc) per verificare la volontà politica di dare alla fabbrica (come previsto da quell'accordo) una nuova sede dove proseguire la produzione con un nuovo soggetto imprenditoriale a me sembra doveroso, non "inutile". Lo chiedono i lavoratori, lo approvano i partiti della minoranza (che allora erano al governo della città), lo chiedono i cittadini che hanno già pagato la loro parte di quell'accordo in termini urbanistici e vogliono giustamente sapere e capire cosa è possibile fare oggi per non lasciare centinaia di famiglie sul marciapiede. Senza contare il danno sociale che verrebbe subito da Paderno Dugnano con la dispersione definitiva di competenze, tecnologie, capacità produttive, capitale umano. Una prospettiva alla quale sia i lavoratori che i cittadini si vogliono opporre.
"Noi una risposta dal sindaco Alparone la aspettiamo e non intendiamo rimanere zitti" dicono alla Lares. "A Roma la settimana scorsa abbiamo scoperto che il Sindaco ha fatto un'ordinanza che obbliga la curatela di Lares a mettere in sicurezza le aree a più alto rischio ambientale della fabbrica: le cisterne di acidi, il reparto galvanica e il depuratore - osserva Lupi, un rappresentante dei lavoratori -. Questo ordinanza obbliga la curatela a vendere i nostri macchinari, unico cespite rimasto, per ricavare denaro da destinare alle bonifiche. Cosa che ci impedirebbe di fatto di poter riprendere l'attività nel caso trovassimo una soluzione per farlo. Vogliamo sapere dal Sindaco come intende procedere al riguardo. Non possiamo certo farci cancellare senza combattere".

1 commento:

Anonimo ha detto...

si tutto giusto ma se non c è nessun compratore di cosa si parla..?? di aria fritta..