mercoledì 30 settembre 2009

Rho-Monza: la tela di Penelope

Ricevo da Ferruccio Porati, portavoce del CCIR questa lettera sulla seduta del Consiglio Comunale che condivido con voi. E' una lettera nella quale affiora lo scoramento e la delusione. Io vorrei dire a Porati: coraggio, non sei solo. Ti vedi come uno dei Proci, ma se è così non dimenticare che Penelope sono i cittadini di Paderno ed è Penelope ad avere in mano il telaio e a decidere il destino della sua tela. Ciao, Carlo

Per una volta mi svesto del ruolo che svolgo all’interno dei volontari del gruppo cittadino che si preoccupa da circa un anno della questione padernese della Rho-Monza, per condividere con tutti coloro che lo vorranno il pensiero e le preoccupazioni di un semplice “signor nessuno” quale in effetti io, come molti tra voi, sono.
Ieri sera abbiamo assistito ad un dibattimento in Consiglio Comunale sul tema della Rho-Monza, introdotto da un ODG del cons. Anelli, che ha visto l’ODG stesso, alla fine, non approvato. Abbiamo capito che un guasto informatico avrebbe causato un “qui pro quo” sull’interpellanza della sig.ra Scorta; abbiamo capito che la nuova Amministrazione sta acquisendo in questi giorni la totalità delle informazioni e degli atti di tutta la storia istituzionale che c’è stata sulla Rho-Monza.
Non voglio e non mi permetto di esprimere alcun giudizio, anche perché io conosco bene le questioni tecniche legate al progetto preliminare Rho-Monza; il resto lo desumo da ciò che mi si dice e da ciò che leggo. Oltretutto, ammetto la mia difficoltà, faccio fatica comprendere le vie della gestione “politica” di problemi come questo. Dico solo una cosa: ieri sera c’erano molte persone in auditorio, alcune sono venute là anche a scapito della loro malferma salute fisica. Se mi metto nei loro panni, forse hanno capito poco o niente.
Ad ogni modo, oggi è il 30 settembre 2009. Voglio fare il punto della situazione della mia personale esperienza di questi nove mesi di attività intensa, frenetica e difficile. In questo momento, passato anche settembre 2009, il sentimento che mi pervade è quello del disorientamento. Mi volto indietro, ripensando a questo 2009 e vedo il mio personale sbattimento allo scopo di manifestare prima un evidente, mostruoso problema ed a scuotere poi un po' tutto il sistema geo-politico padernese, affinchè - in modo unitario - tutti i colori, dal blu al rosso, passando per il bianco, si rendessero conto che le loro forze vanno unite per costringere i costruttori di autostrade a fare l'unica cosa giusta che va fatta per Paderno Dugnano, cioè l’interramento. Dopo il consiglio comunale del 3 aprile scorso pensavo, sinceramente, che fosse così. Ma se guardo cosa abbiamo in mano concretamente dopo questi nove mesi di frenetica attività, la risposta è: nulla. Nove mesi non è un tempuscolo; in nove mesi un nuovo uomo si affaccia alla vita: nove mesi sono sufficienti a fare una cosa grandiosa.
Noi cittadini, dopo nove mesi di attività, stiamo ancora instaurando incontri fuori dal nostro Comune alla ricerca dei giusti interlocutori che, quanto meno, ci ascoltino e possano mettere in atto le giuste contromisure ad un progetto folle che, di fatto, sta procedendo nella direzione che tutti noi - città di Paderno Dugnano - abbiamo già dichiarato di non volere assolutamente. Ma noi, come città di Paderno Dugnano, ci crediamo o no?
Nel mondo del lavoro ci decretano la sopravvivenza o la cessazione delle attività in base a risultati trimestrali: potete ben rendervi conto perchè sto "friggendo" sapendo che sono passati nove mesi e non solo non sappiamo dove stiamo andando a parare, adesso, sulla Rho-Monza, ma non abbiamo neanche visibilità di uno straccio di piano operativo, un'agenda, una scaletta che è fondamento di qualsiasi strategia d'azione per chi lavora per obiettivi. E' triste per me pensare che in Italia certe cose si smuovono solo se le tratta il "Gabibbo" ...
Vorremmo vedere una serie di azioni concrete su cui concentrarci per dare il nostro contributo: siamo stanchi di dover continuamente avere noi l'onere di portare dal basso una massa di 50.000 persone anche perchè, già da tempo, esistono tutti gli elementi affinchè la lotta per l'interramento si possa e si debba svolgere su altri piani, con altre strutture. Per vincere, ora, abbiamo bisogno di Cavour con tutto il suo staff ed il suo esercito regolare, non di un Masaniello!
Questi nove mesi di lavoro sulla Rho-Monza, visti nel loro complesso, sono come la tela di Penelope: per un po’ si fila, poi si disfa; non se ne viene a capo ed intanto si avvicina il giorno in cui arriverà Ulisse (colui che ci imporrà il progetto definitivamente). In quel momento, egli richiuderà la porta alle proprie spalle, prenderà il suo arco e comincerà a scoccare i suoi dardi su tutti noi, piccoli “proci”, ospiti indesiderati nella reggia di Itaca, da cui, uno ad uno, usciremo tutti quanti con i piedi in avanti, distesi su di una tavola di legno. Ovviamente in senso metaforico!
Un saluto a tutti. Ferruccio Porati

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