giovedì 24 settembre 2009

Lares: c'è posta per noi

Dai lavoratori Lares ricevo questa lettera aperta che è stata inviata al Sindaco e al Consiglio Comunale di Paderno Dugnano nella quale chiedono il cambio di destinazione d'uso, urbanistico, dell'area poduttiva Lares, da residenziale a produttivo:

Paderno Dugnano lì 23/09/2009
Lettera Aperta a: Sig. Sindaco di Paderno Dugnano, Vice Sindaco con delega all' Urbanistica e ai Capigruppo Consiliari di Popolo della Libertà, Lega Nord, Lista Di Maio Vivere per Paderno, Partito Democratico, Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani, Italia dei Valori


Egregio sig. Sindaco, ci rivolgiamo a lei in qualità di garante degli accordi sottoscritti, e anche come cittadini del comune, che le sue parole indicano come la casa di tutti, perché effettui un forte atto politico che risiede nelle sue competenze.
Le chiediamo di effettuare il cambio di destinazione d’uso dell’ormai ex area Lares, dall’attuale abitativo, ad industriale.
Questo sarebbe un gesto di coscienza è onestà nel rispetto di tutto quanto è stato detto nelle campagne elettorali, ed è stato scritto negli atti che hanno portato a tale cambio di destinazione, il quale, ricordiamo, serviva solo ed unicamente per la salvaguardia occupazionale dell’azienda, cosa che, come è evidente, non è successa.
Sappiamo che tale gesto la porrebbe contro i poteri forti che hanno causato il nostro disastro, ma le ricordiamo anche che la politica, quella con la "P" maiuscola, è quella che si scontra con tali poteri a favore di una collettività più ampia e con un più ampio respiro, e che tali gesti la rendono nobile e degna di essere fatta mentre il resto e solo sopraffazione e ,come noi ne siamo testimoni, disperazione, umiliazione e scomparsa del futuro. Del resto, come è stato detto anche in questi giorni, non devono essere le banche che fanno la politica, è vero, ma aggiungiamo: sono gli uomini che la fanno, con atti determinati che cambiano il corso di fatti che all’apparenza sembrano inamovibili.
Tale gesto indicherebbe un cambio di prospettiva politica che potrebbe frenare le mire che già ci sono, rispetto alle altre unita produttive rimaste sul territorio, destinate, a nostro avviso, a fare la nostra stessa fine, rendendo così il territorio ancora più povero di lavoro, e porrebbe anche fine agli scempi abitativi che sono sotto i nostri occhi quali le costruzioni nell’ex zona Tilane.
Potrebbe offrire l’area Lares, che all’interno a già predisposto le infrastrutture industriali necessarie, a tutti coloro che intendono avviare siti di ricerca/produzione per le nuove tecnologie ad impatto ambientale zero, dimostrando così che il lavoro può esistere fianco a fianco alle abitazioni, dando così anche una prospettiva ai nostri giovani cittadini.
Dimostrerebbe ai suoi cittadini che la politica è veramente in grado di offrire un futuro diverso fatto di innovazione, idee diverse e non un futuro in mano a banche e al cemento dei soliti palazzinari.
Chiediamo pertanto che su tale proposta venga al più presto convocata un’adunanza straordinaria del consiglio comunale, che abbia come ordine del giorno , oltre al cambio di destinazione d’uso dell’area sui cui insiste lo stabilimento della Lares SpA, anche una ampia e approfondita discussione sulla problematica occupazione che interessano anche altre realtà produttive (es. Metalli Preziosi SpA e CME) e sulle politiche territoriali del comune di Paderno Dugnano.
Fermo restando quanto sopra, chiediamo che in tale adunanza straordinaria, ove non fosse possibile il cambio di destinazione d’uso richiesto, il Sindaco e il Consiglio Comunale tutto si impegnino a trovare all’interno della circoscrizione del comune di Paderno Dugnano un’altra area da destinare ad uso produttivo, in conformità con gli impegni a suo tempo presi.
Lavoratori Lares

(foto: Il Cittadino di Monza e Brianza)

8 commenti:

Simone Carcano ha detto...

Sono d'accordo con la lettera e il cambio di destinazione.

Dubito fortemente che Alparone possa, ormai tutto è stato approvato dal barraccone circense di Massetti & Co ai tempi, che in maniera del tutto vergognosa 'stava vicino ai lavoratori' e intanto gli demoliva la fabbrica in testa.....

Se Alparone riuscisse a cambiare la destinazione d'uso ben venga, ma ancora più probabile non ci riuscirà e allora ricordiamoci bene però che chi ha approvato quel secondo scempio (il primo è Tilane) non è stato lui..........

Anonimo ha detto...

Credo di essere un pò più vecchietta di Simone e, se non ricordo male, il cambio di destinazione era stato pensato (anche con l'appoggio del sindacato...) per salvare, almeno in quel momento, la fabbrica e la sua attività e per consentirle di sopravvivere qualche anno in più...probabilmente,altrmenti ,avrebbe chiuso allora.
...Che brutto il temine "baraccone circense"!! Quelle decisioni giuste o sbagliate sono state prese da un'Istituzione (...tra l'altro più di Casati che di Massetti...).
..speriamo si riesca come viene chiesto dai lavoratori ad individuare un'area limitrofa dove poter continuare l'attività!!! Chiunque può ...lo faccia
Ciao

carlo arcari ha detto...

Un anonimo manda questa lettera in risposta a un precedente post sempre anonimo:

"A mio modesto parere questa lettera strumentalizza molto la questione.
punto primo: come già detto il cambio di destinazione lo ha attuato la "brava" giunta massetti,dicesi per dar respiro ai lavoratori,ma un sito alternativo non si è piu trovato ed andava trovato entro novembre.
punto secondo: i lavoratori lares nn vengono neanche piu citati,si parla di giovani cittadini,nuove energie etc.
mi spiace come una certa sinistra strumentalizzi i reali problemi delle persone,non ha il buon senso di ammettere gravi errori da essa fatti,in piu continua a prendere per i fondelli i lavoratori e faccia lo scaricabarile su marco, pardon il sindaco alparone come se ora il sindaco o il consiglio comunale possa fare un miracolo alla s. gennaro o quantaltro,io sono per la buona politica quella che sta lavorando o almeno sta provando a lavorare per la nostra città"

Cari amici, data la delicatezza e la serietà del tema vi invito a firmare i vostri interventi e a cercare di dimostrare e non solo affermare le vostre ragioni. Uno di voi afferma che il cambio d'uso dell'area è stato fatto da Massetti (senza dire il perché, come e quando), l'altra "più vecchietta" risponde che la decisione è stata richiesta anche dal sindacato, e quindi dai lavoratori della Lares, per salvare in quel momento la fabbrica e che la decisione risale più a Casati che a Massetti.
Chi ha ragione? come si fa a verificare le vostre affermazioni? E soprattutto cosa c'entra Alparone che all'epoca non era al governo e stava solo a guardare? cerchiamo di rimanere in tema per favore e di non fare inutili polemiche. Io e altri che non sanno cosda è successo allora vorremmo capire, pertanto prima delle opinioni ci servirebbero le informazioni. Ciao e grazie comunque.

Anonimo ha detto...

il cambio di destinazione dell'area è stato attuato dal sig. massetti e i suoi cn delibera di giunta all'inizio del suo mandato nel 2004!

Elpidio di Lorenzo ha detto...

Cari Tutti,
più avanti un po’ di storia, ovviamente come la ricordo io...
Già una prima volta, allora ero un consigliere di opposizione del PDS, tra il 1990 e il 1995 la proprietà di Lares, sostenuta dai sindacati, fece un tentativo di cambio di destinazione da produttivo a residenziale per far fronte a una crisi aziendale temporanea. Per i non addetti, questo voleva dire che su parte del terreno di Lares si potevano costruire abitazioni e che vendendo questi terreni la proprietà di allora recuperava denaro liquido.
Non se ne fece nulla, né la maggioranza né l’opposizione di allora sostennero l’operazione e, fortunatamente, l’azienda se la cavò da sola e addirittura continuò ad assumere personale per qualche anno.

Nel 2004, alla fine del secondo mandato di Casati, al tempo ero assessore, ci fu un’ulteriore richiesta.
Questa volta fu accolta dopo un dibattito che lacerò l’allora maggioranza, diverse furono le posizioni dei e nei partiti, almeno nel partito in cui allora militavo - i DS, che correttamente non esternarono mai. Sicuramente ci fu una totale convergenza tra proprietà, sindacato e RSU.
La Variante di 95.000 mc fu conseguentemente fatta nell’aprile 2004.

La successiva amministrazione guidata da Massetti, questa volta ero consigliere, la trasformò in un “Piano Integrato di Intervento” cercando di inserirvi più interessi pubblici possibili. L’asilo nido ora in costruzione, il centro culturale e l’acquisizione di oltre 60.000 metri quadri di aree nel parco del Grugnotorto sono frutto di quell’intervento.
Questa decisione permise alla proprietà il riscatto da Banca Intesa leasing, che già allora era proprietaria dell’area, e in qualche modo di vendere (non sono preciso su questi passaggi finanziari) all’operatore immobiliare attuale.
I proventi servirono a pagare liquidazioni e accompagnamenti alla pensione di molti lavoratori, a pagare i fornitori dell’azienda e alla stessa di sopravvivere qualche anno ancora.

Metto bene in evidenza che tutta l’operazione fu fatta solo al fine di salvare l’occupazione, questo era anche chiaramente scritto nella relazione dell’atto di variante, perché non c’era alcuna ragione puramente urbanistica che sostenesse quella decisione. In particolare la fabbrica non era ancora dismessa, non si era dimostrata totalmente incompatibile col circondario, la zona era gia dotata di servizi e quindi i cittadini non ne bisognavano di ulteriori. Ricordo infatti che gli oneri di urbanizzazione per servizi a standard che l’attuale proprietà dell’area ha dovuto sostenere, sono stati impegnati al di fuori del comparto Paderno Stazione : vedi la citata acquisizione dei terreni nel parco del Grugnotorto per un valore di 1,5-2 milioni di euro.
In altre parole i cittadini di quella zona si sono fatti carico di un disagio dovuto alla previsione di 95.000 metri cubi di nuove case senza avere in cambio nuovi servizi in loco (tralasciando l’asilo nido…); tutto questo solo per sostenere i lavoratori di Lares.
In aggiunta a quanto detto, va puntualizzato che l’operazione di cambio di destinazione fu disegnata su tutta l’aerea per permettere di effettuare il trasferimento dell’azienda in area più adatta, ai tempi si pensava alla zona di exTonolli, al fine di mantenere a carattere industriale le atre aree di Paderno. Coerentemente con ciò, furono respinte successivamente le richieste di Metalli Preziosi che mostravano il desiderio di cambiare a sua volta la destinazione d’uso della loro area.

Adesso cosa si chiede ancora? Non riesco a capire oltre alla solidarietà concreta e al sostegno politico cosa la città può fare. Sicuramente non si può tornare indietro perché tutto è successo e le case aspettano solo di essere costruite. Qualcuno restituirà i soldi all’operatore immobiliare che ha il diritto di intervenire? Pagherà ancora la città? Come? Non mi sembra che questa la via porti da nessuna parte.

Anonimo ha detto...

Scusate se commento in ritardo a urge una precisazione. La richiesta è molto semplice e non dovrebbe essere utilizzata a piacimento. E' FACOLTA DEI SINDACI CAMBIARE LA DESTINAZIONE D'USO DELLE AREE. NON CI SONO SCADENZE DEI TERMINI.

emiliano

Elpidio di Lorenzo ha detto...

Non ci siamo capiti: la cosa fondamentale, che pochi colgono, è che la variante in oggetto – il cambio di destinazione d’uso, come quella in oggetto o altre simili, non sono convenzioni che variano l'uso del suolo a condizione che qualcosa vada a buon fine (accordi sindacali, trasferimento dell'azienda in altro loco etc.. etc..). Una volta prese queste decisioni, la parte urbanistica è indipendente da quanto può accadere alla azienda. La procedura va avanti con tutte le dinamiche conseguenti le operazioni urbanistiche, compresi accordi convenzionali – questi si vincolanti – con gli operatori immobiliari che hanno aderito al successivo Piano Integrato di Intervento. Se volessimo tornare indietro, varrebbero le regole e la giurisprudenza che governano qualsiasi “salto indietro” dovuto a cambiamenti/diminuzione dl valore delle aree. Ribadisco: qualcuno dovrebbe almeno restituire, oltre ad altri danni, il corrispettivo per asilo nido, centro culturale, i 60.000 mq di aree nel Grugnototro e, mi ricordo solo ora, pure il corrispettivo per la riqualificazione/rifacimento di via Pepe.
In tutto questo i destini della azienda Lares non c’entrano più nulla dal momento dell’approvazione della variante.
Ripeto: l’amministrazione fece la variante, l’azienda incassò la plusvalenza - differenza di valore tra un terreno a destinazione industriale e uno residenziale, sul valore dei terreni. Da questa plusvalenza si ebbero i liquidi per l’accompagnamento alla uscita di un po’ di lavoratori e da questa plusvalenza potevano arrivare i fondi per il trasferimento in altro sito. Dico potevano perché molte erano le variabili in gioco: TFR e ammortizzatori per l’uscita dei lavoratori, pagamento fornitori, svincolo da Intesa Leasing etc. etc.
Da qui in poi è solo storia di una azienda che, nonostante la boccata di ossigeno fornita dall’operazione urbanistica - che non è quindi la causa del male ma una sua conseguenza, è nuovamente in crisi per svariati motivi, il più importante è quello di una crisi drammatica del settore Infomration and Communication Technology che si rispecchia sui suoi fornitori come Lares (ai tempi della prima crisi nel 2004, per il mercato dei circuiti stampati, più una azienda su tre in Europa aveva chiuso).
Cosa può oggi fare l’amministrazione comunale?
Come i lavoratori chiedono un subordine nella loro lettera può aiutarli facilitando l’incontro tra chi ha l proprietà di un terreno industriale e chi ha la proprietà di Lares. Questo è già stato fatto dal precedente sindaco Massetti, come sanno anche i lavoratori della Lares. C’è stata più di una riunione per trovare aree industriali in Paderno, tenute Roma, a Sesto san Giovanni e da noi.
Non ho dubbi sul fatto che anche la presente amministrazione guidata dal Sindaco Alparone si prodighi in questo senso.
Rimango dubbioso sul fatto che il problema del reperimento di una area in Paderno sia dirimente per l’affare Lares e non invece la cosa più drammatica sia il fatto di non avere un nuovo possibile proprietario.
Quello che credo è che uno spirito collaborativo sia più utile. Sempre che qulcosa possa essere fatto, che incolpare le passate ammministrazioni. Può essere solo una scusa per non fare nulla: una pacca sulle spalle e un “abbiamo le mani legate….” Che tante volte ci tocca sentire.

Saluti.

Elpidio

Elpidio di Lorenzo ha detto...

Una aggiunta: cui prodest?
A che servirebbe aprire un contenzioso con la proprietà immobiliare esistente, se il probleema è il mercato elettronico? Ricambiamo la destinazione d'uso, il Sindaco attuale va in causa con la proprietà immobiliare e se tutto va bene il comune deve pagare il corrispettivo di quanto realizzato più i danni.
E intanto cosa succede alla azienda LAres, riapre il giorno dopo?
Ripeto, vale la pena di fare tutti gli sforzi che servono, quelli che non servono e addiruttura fanno un danno alla collettività padernese li eviterei. Giaà la situazione è oggi dura per tutti-

Saluti e un appello al buonsenso.