“Luce, luce”, si gridava una volta nelle sale dei cinematografi quando a causa della rottura della pellicola si restava al buio, in trepida attesa della ripresa del film o dell’accensione delle luci. I cittadini di Paderno Dugnano la invocano, ma inutilmente, da due giorni (e due notti), brancolando nel buio più fondo che dal tramonto all’alba ricopre come un mantello impenetrabile l’area compresa tra le vie Oslavia (esclusa la piazza del mercato, misera discoteca all’aperto dei giovani padernesi, orfani di un locale qualsiasi) e 25 aprile, da via Rotondi a via Leonardo Da Vinci.
La polizia locale, avvisata dalla voce pubblica, non sa rispondere altro che “L’Enel è stata avvertita” e dichiara di ignorare i motivi del grave disservizio. In attesa che gli orgogliosi cultori (?) del dialetto meneghino guidati del siculo Alparone, ansioso di imparare a “corteggiare”, come scrive il Corriere, i suoi elettori con antiche frasi fiorite tipo: “ciciarem un cicinin”, “ui ti, tacum i tacc”, gli abitanti della zona oscurata dal coprifuoco, si arrangiano con le pile, come in campeggio. Alla faccia della sicurezza. L’assessore alla Sicurezza, la sciatrice Katia Ruzzon, nelle interviste rilasciate ai compiacenti settimanali locali, promette più telecamere. Noi ci accontenteremmo di qualche lampadina. Insomma, assessore, "pisa la lus…" (la foto è di Mario Bastelli).
Agli interessati segnalo questa intervista a uno dei massimi glottologi italiani che giudica assurda e inutile l'idea di insegnare il dialetto nelle scuole italiane. Buona lettura
http://www.milanoweb.com/public/articoli/notizie/arte-e-cultura/3518-dialetto-non-serve-insegnarlo-nelle-scuole.asp
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