La notte di Capodanno del 2008 a Paderno Dugnano è stata una notte diversa. Mentre negli anni scorsi dalle 11.30 alle 2 di notte sembrava di stare a Beirut durante un bombardamento israeliano tanti erano i botti, i razzi e i fuochi artificiali che squassavano e illuminavano a giorno il cielo padernese, questa volta lo spettacolo pirotecnico è durato molto meno e lo spettacolo offerto decisamente minore.
Merito di un maggiore responsabilità e senso della misura acquisiti dai cittadini, ammaestrati dai danni e dalle tragedie che sempre gli eccessi della notte di Capodanno hanno provocato in Italia? Non credo. Le tragedie, infatti, si sono putroppo ripetute a riprova che non di crescita di coscienza civile si è trattato. A limitare i fuochi è stata un'altra contingenza: la recessione economica che taglia da tempo i consumi. L'anno nuovo fa paura e allora è meglio non svegliare anzitempo il cane nero della crisi che raspa il battente della nostra porta. Così devono aver pensato i padernesi, ignorando questa volta gli appelli continui all'acquisto che provengono dal capo del governo, che proprio grazie ai nostri esagerati consumi del passato è diventato l'uomo più ricco d'Italia. Non c'è giorno infatti che il Tg nazionale non apra le sue edizioni con "i saldi", che da settimane è la notizia principale: quando iniziano, come stanno andando dove sono già iniziati, cosa c'è da comprare, cosa la gente vuol comprare... Insomma gli acquisti dei cittadini sono diventati la nuova emergenza nazionale. Siamo ormai ai "saldi di Stato", perché secondo Berlusconi i consumi sono diventati un dovere civico. Salviamo l'Italia, dice ormai quasi tutti i giorni, andiamo a comprare. Il giovane Marx aveva ragione, nello Stato sociale l'unica divinità da adorare e alla quale fare sacrifici è la merce. Buon Anno, Carlo
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