Utilizzo di fondi europei per il social
housing, ristrutturazione del patrimonio pubblico esistente sulla
base dei nuovi bisogni sociali, coinvolgimento del patrimonio privato
sfitto o abbandonato, agenzia metropolitana dell'abitazione sociale.
Questi alcuni spunti innovativi di intervento pubblico sul tema
dell'abitare che sono stati al centro della discussione ieri
sera a Calderara all'incontro promosso dalla Lista Civica Sinistra
per Paderno Dugnano.
A introdurli con alcuni esempi di
realizzazioni possibili è stata l'assessore alla Casa del Comune di Milano
Daniela Benelli che ne ha discusso con l'architetto Paolo Zago il
quale ha svolto un'analisi della realtà abitativa padernese.
"23 alloggi riservati ai giovani
in cambio di attività di interesse sociale e di vicinato solidale in
quartieri popolari. Con questo progetto sperimentale, il Comune di
Milano intende rispondere al bisogno di casa e di autonomia espresso
da giovani, studenti, ricercatori, lavoratori fuori sede, disposti a
dedicare il proprio tempo agli altri, ad esempio ad anziani e
disabili, in cambio di un alloggio". Così l’assessore Daniela Benelli è intervenuta
illustrando alcuni progetti realizzati. "Cerchiamo anche di favorire
l'aumento dei canoni concordati che a Milano è pari al 5% contro il
40% di Firenze. Come Comune possiamo studiare una serie di
agevolazioni ai proprietari che si inseriscono in questo solco:
l'abbassamento dell'aliquota Imu per la seconda casa e l'istituzione
di un fondo di garanzia contro la morosità incolpevole. Il pubblico
si può fare garante del pagamento dell'affitto". Ultima
proposta l'Agenzia dell'Abitare Sociale che dovrebbe coinvolgere
tutti i comuni della futura Città Metropolitana mettendo in contatto
domanda e offerta di alloggi sociali per consentire una gestione su
scala territoriale dei bisogni e delle iniziative pubbliche. "Una
cosa però dobbiamo metterci bene in testa: nessuna politica della casa
può essere a costo zero. Ci vogliono investimenti pubblici" ha
concluso Benelli.
La realtà padernese della domanda di
casa è stata descritta da Paolo Zago che ha scattato questa
fotografia sulla base degli ultimi dati disponibili: 19.285 famiglie
che nel 23% dei casi è in affitto. Uno stock di 19.100 alloggi di
cui circa 2.800 tra case comunali, IACP e 167. Una domanda di case a
canone sociale e moderato in aumento pari a circa 228 domande il 90%
delle quali resta inevaso. Il tutto in una realtà di continuo
degrado del lavoro e del reddito che secondo le ultime previsioni
vedrà in Lombardia dal 2015 al 2019 il 42% delle famiglie rivolgersi
all'affitto agevolato e il 17% al canone sociale.
Altra cosa importante, sottolineata da
Zago, è la collaborazione tra pubblico e privato negli interventi
di edilizia sociale e la ricerca degli strumenti a disposizione dei
soggetti coinvolti funzionalmente alla fattibilità economica. Le
aree potrebbero essere reperite:
- all'interno di Piani Attuativi
d'inziativa privata
- aumentando la volumetria, laddove è possibile, mediante variante
urbanistica;
- attraverso la riconversione di aree
con il loro esproprio o cessione bonaria, da attuarsi con variante
urbanistica. Queste dovranno essere già dotate di infrastrutture
minime e non dovranno contrastare con i vigenti strumenti
urbanistici;
- attraverso il recupero e il riuso di
aree dismesse o in fase di dismissione,
- attraverso il recupero e il riuso di
zone particolarmente degradate, marginali, o trascurate dalle
proprietà che sono diventate di fatto fenomeno di abusivismo o
discariche abusive;
"Oltre ad un'analisi sulla
sostenibilità dell'abitare, occorre prendere in esame il reperimento
delle risorse finanziare per attuare il Piano Casa. Pur nella
consapevolezza del fatto che le risorse economiche a disposizione dei
comuni (ancor più con la attuale finanziaria) sono molto limitate
vanno perseguire tutte le soluzioni possibili come: l'accesso a tutte
le forme di finanziamento regionale sull'ERP, l'autofinanziamento
mediante introiti derivanti dalla trasformazione del diritto di
superficie in proprietà di aree (ex legge 167/62) o dalla
dismissione di patrimonio comunale particolarmente degradato che
richiede alti costi di manutenzione; accordi, tramite convenzioni
(Edilizia Convenzionata) con cooperative e privati per la costruzione
di alloggi di edilizia residenziale pubblica - ha detto Paolo Zago -.
Occorre entrare nell'ottica, inoltre che il problema abitativo, deve
essere affrontato anche coinvolgendo le parti sociali quali, il mondo
cooperativistico, le rappresentanze degli inquilini e degli operatori
privati avviando azioni sinergiche con gli altri Enti Pubblici quali
la Provincia, la Regione, i Comuni dell'hinterland ed il CIMEP. Tra
le priorità vi è sicuramente il reperimento dei dati necessari ad
un'analisi che individui il reale fabbisogno abitativo diversificato
per fasce sociali e reddito famigliare. A questo scopo si dovrà
arrivare alla redazione di un progetto di vasta portata che ci porti
ad avere un quadro il più possibile reale del fabbisogno abitativo".
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