Ricevo dall'ANPI di Paderno Dugnano questo appello a difesa della nostra Costituzione.
“La Costituzione stravolta nel
silenzio”. L’appello contro la riforma presidenziale
Appello contro il ddl di riforma
costituzionale firmato da: Alessandro Pace, Alberto Lucarelli,
Paolo Maddalena, Gianni Ferrara, Cesare Salvi, Massimo Villone,
Silvio Gambino, Antonio Ingroia, Antonello Falomi, Domenico Gallo,
Raffaele D’ Agata, Raniero La Valle, Beppe Giulietti e Mario Serio.
Ignorando il risultato del referendum
popolare del 2006 che bocciò a grande maggioranza la proposta di
mettere tutto il potere nelle mani di un premier assoluto, è
ripartito un nuovo e ancor più pericoloso tentativo di stravolgere
in senso presidenzialista la nostra forma di governo, posponendo a
questa la indilazionabile modifica dell'attuale legge elettorale.
In
fretta e furia e nel pressoché unanime silenzio dei grandi mezzi
dinformazione la Camera ha iniziato a esaminare il disegno di legge
governativo, già approvato dal Senato, di revisione della
Costituzione in plateale violazione della disciplina prevista
dall'articolo 138, che costituisce la valvola di sicurezza
pensata dai nostri Padri costituenti per impedire stravolgimenti
della Costituzione.
Ci appelliamo a voi che avete il potere di
decidere, perché il processo di revisione costituzionale in atto sia
riportato nei binari della legalità costituzionale. Chiediamo che
l'iter di discussione del disegno di legge costituzionale presentato
dal governo Letta segua tempi e modi rispettosi del dettato
costituzionale. Chiudere, a ridosso delle ferie estive, la prima
lettura del disegno di legge, contrastando con le finalità
dell'articolo 138 della Costituzione, impedisce un vero e serio
coinvolgimento dell'opinione pubblica nel dibattito. In secondo
luogo vi chiediamo di restituire al Parlamento e ai parlamentari il
ruolo loro spettante nel processo di revisione della nostra Carta.
L'aver abbandonato la procedura normale di esame esplicitamente
prevista dall'articolo 72 della Costituzione per l'esame delle
leggi costituzionali, l'aver attribuito al governo un potere
emendativo privilegiato, la proibizione di porre le questioni
pregiudiziali, sospensive o di non passaggio agli articoli, l'impossibilità per i singoli parlamentari di sub-emendare le proposte
del governo o del comitato, la proibizione per i parlamentari in
dissenso con i propri gruppi di presentare propri emendamenti, le
deroghe previste ai regolamenti di Camera e Senato, costituiscono
altrettante scelte che umiliano e comprimono l'autonomia e la
libertà dei parlamentari e quindi il ruolo e la funzione del
Parlamento.
Le conseguenze di tali scelte si riveleranno in tutta la
loro gravità allorché, una volta approvato questo disegno di legge,
l'istituendo comitato per le riforme costituzionali porrà mano alla
riforma delle strutture portanti della nostra organizzazione
costituzionale (dal Parlamento al presidente della Repubblica, dal
governo alle Regioni) sulla base delle norme che oggi la Camera sta
approvando in flagrante violazione dellart. 138.
Vi chiediamo
ancora che le singole leggi costituzionali, omogenee nel loro
contenuto, indichino con precisione le parti della Costituzione
sottoposte a revisione. Non si tratta, in definitiva, di un
intervento di manutenzione ma di una riscrittura radicale della
nostra Carta non consentita dalla Costituzione, che apre ampi spazi
all'arbitrio delle contingenti maggioranze parlamentari.Chiediamo,
infine, che nell'esprimere il vostro voto in seconda lettura del
provvedimento di modifica dellarticolo 138, consideriate che la
maggioranza parlamentare dei due terzi dei componenti le Camere per
evitare il referendum confermativo, in ragione di una legge
elettorale che distorce gravemente e incostituzionalmente la
rappresentanza popolare, non coincide con la realtà politica del
corpo elettorale del nostro Paese. Rispettare questa realtà, vuol
dire esprimere in Parlamento un voto che consenta l'indizione di un
referendum confermativo sulla revisione dellarticolo 138. È in
gioco il futuro della nostra democrazia. Assumetevi la responsabilità
di garantirlo.
Dai un contributo alla Democrazia e
firma la petizione su: www.ilfattoquotidiano.it
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