Ricevo da Gianfranco Massetti questo primo commento sui risultati delle elezioni amministrative che hanno visto la vittoria ovunque del centro sinistra in uno scenario dominato dall'astensione al voto.
Il centrosinistra vince dappertutto e
intorno al PD: questo è un fatto.
I
successi a Treviso, Brescia, Roma e qui da noi Cinisello Balsamo e
Bresso, solo per citarne alcuni, sono un fatto rilevante. Non era
scontato, dopo la delusione della non vittoria alle politiche e
l’esito che ha portato il PD al governo delle larghe intese con il
PDL.
Forse
c’è ancora una grande parte dentro il centrosinistra (e dentro il
PD) che non si rassegna e ha voglia di cambiamento. Sbaglia chi come il
ministro Zanonato, legge questi risultati come un via libera al
governo delle larghe intese. Per il semplice fatto che, da nessuna
parte, il PD e il centrosinistra si sono presentati con il volto del
governo Letta, ma invece hanno puntato sul programma e l’immagine
della coalizione di centrosinistra denominata “Italia Bene comune”.
Ad una prima lettura, a caldo, c’è da segnalare anche la
sconfitta del M5S un po’ dappertutto ma quello che più impressiona
è il dato del non voto.
Un italiano su due e anche un italiano su
tre (a Cinisello) sono la certificazione lampante di un distacco
largo dalla politica, anche locale.
Insomma un dato non
rassicurante per nessuno: né per chi ha vinto (il PD e il centro
sinistra) né per chi ha perso (il PDL e il M5S). E’ questo il dato a cui guardare con attenzione e con
preoccupazione. Innanzitutto perché questo voto può considerarsi
molto instabile: bastano poche decine di elettori per ribaltare le
percentuali e il senso generale del sentimento cittadino e del quadro
politico amministrativo conseguente.
Il risultato ci dice che bisogna invece impegnarsi
per recuperare un rapporto tra istituzioni locali e cittadini a
partire dai territori. Se il centrosinistra ha vinto è perché ha
presentato coalizioni e candidati più credibili di quelli della
destra e del M5S, proprio nei Comuni.
Come ha detto, su “Il manifesto” di domenica 9 giugno, un
commentatore: “è dalle trincee comunali che può iniziare la
ricostruzione di una forma di partecipazione,la voglia di cambiare le
cose. Su ogni aspetto della nostra vita, dai servizi (l’acqua,la
casa,la salute), alla vocazione del genius loci (la cultura, la rete,
i giovani), comincia dalla dimensione urbana, metropolitana. E’
tuttavia dalla dimensione locale che si può ricominciare a costruire
l’alternativa”.
Un dato che dovrebbe spingere ancora
di più tutti a rompere gli indugi e i tatticismi e a gettarsi, con
generosità, nella costruzione di una coalizione e un programma
innovativo per il futuro della nostra città. Non resta molto tempo
al Centrosinistra e al PD per mostrare le sue credenziali alla
titolarità di un cambiamento di una amministrazione cittadina ormai
asfittica e impantanata nella gestione corrente degli interessi
particolari.
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