sabato 13 marzo 2010

Campagna elettorale al mercato: "50 voti, 5 posti di lavoro".

“Ho 50 voti da vendere, vi interessano?” L’uomo non sembra uno stravagante, ha un cappotto scuro e ostenta al collo una pashmina viola per ripararsi dal vento gelido di questa mattina di marzo. Lo guardo negli occhi e il suo sguardo è serio: “quanto vuoi?” gli chiedo per curiosità, giusto per conoscere la tariffa di mercato. Mi risponde tranquillo: "cinque posti di lavoro”. Impossibile, rispondo, cinque assunzioni sono fuori portata per chiunque di questi tempi, anche per un partito affamato di voti. Prova ne sia che al mio rifiuto il tizio ci ha provato pochi metri più in la con il responsabile del lussuoso gazebo di Colucci, il rampollo della famosa dinastia craxiana di “Cologno Pugliese”, consigliere uscente del PdL che si ripresenta con la quasi certezza di venire rieletto. Ma anche lì gli va buca. “Figuriamoci, lo chiede proprio a me che sono qui a fare propaganda elettorale proprio perché sono disoccupato” mi confida il “collega”.
La mia prima mezza giornata di campagna elettorale a Paderno Dugnano è cominciata così, ma la cosa non mi ha divertito. Mi è venuto subito alla mente il film “Ladri di biciclette” perché probabilmente 60 anni fa sarebbe stato uguale. Solo che adesso dovremmo essere lontani da quel triste e povero dopoguerra.  E invece...
La mattina è stata per me molto interessante: a parte la proposta indecente, ho potuto toccare con mano il sentimento della gente. Molti hanno accolto con interesse la notizia che il PD presentava in lista anche un candidato di Paderno Dugnano, una donna in particolare, una madre lavoratrice come ce ne sono migliaia, ma esperta di servizi sociali rivolti alla persona dal momento che da 20 anni fa questo di mestiere al servizio dei cittadini del Nord Milano. Ho rilevato anche le identità e le differenze tra i partiti. Il PD e la Lega hanno confermato ai miei occhi di avere un identico stile frutto evidente di una scuola comune. Primi ad arrivare alle 7.30 di mattina, dotazione spartana, banchetto e sedie pieghevoli, manifesti attaccati con lo scotch a riquadri di cartone, volantini, gambe e olio di gomito. Età media dei militanti oltre i 50. Il PdL invece era sbarcato al mercato in forze con ben due gezebi nuovi, uno per parte, presidiati da giovani che non sembravano militanti, ma promotori da supermercato chiaramente stipendiati. Due tradizioni diverse, una popolare, l’altra commerciale. Chissà se anche gli elettori se ne accorgeranno?

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