Da: Lavoratori Lares e Rsu Fim e Fiom Metalli Preziosi
A: Ministero delle Attività Produttive, Dott. Claudio Scaiola
A: Prefetto di Milano, Avvocato Gian Valerio Lombardi
A: Presidente Regione Lombardia, Dott. Roberto Formigoni
A: Presidente Provincia di Milano, Dott. Guido Podestà
A: Sindaco Paderno Dugnano, Dott. Marco Alparone
A: Tribunale di Monza, Presidente Dott.ssa Alida Paluchowski
A: Tribunale di Monza, Giudice Delegato Dott. Mirko Buratti
A: Curatrici Fallimentari, Dott.ssa Nadia Farina e Rag. Cristina Affatato
A: Curatrici Fallimentari, Dott.ssa Alessandra Peronetti e Dott.ssa Patrizia Riva
Oggetto: Per non dimenticare.
Egregi Signore e Signori,
Poter lavorare perché! Per quanto riguarda Lares, è vero che entro la fine di questo anno solare l’azienda non ha più nemmeno un sito dove produrre, ma è anche altrettanto vero che, in tutti gli accordi e i documenti che fino ad ora sono stati redatti nei vari incontri tenuti sui tavoli istituzionali, non si è inteso tutelare seriamente i lavoratori, che alla fine sono il sale e il cuore pulsante dell’azienda.
I lavoratori dicono a gran voce, che ora è giunto il tempo di passare dall’impegno all’obbligo di mantenere questa azienda in Paderno Dugnano, rispettando questa volta seriamente quegli stracci di impegni (recuperando i denari destinati al trasferimento in un nuovo sito produttivo in Paderno Dugnano, come indicato nella delibera comunale che ha di fatto modificato la destinazione d’uso dell’area dell’azienda da produttiva a residenziale), facendo in modo che i suoi sessanta anni di storia industriale, non vengano cancellati, veicolando così la rinascita di un’azienda che ha contribuito alla storia dell’elettronica Italiana e diventando anche una delle aziende leader europee nel suo settore.
Per quanto concerne Metalli Preziosi, l’area del sito produttivo è attualmente industriale, ma gravata da un’ipoteca con Banca Intesa. I lavoratori chiedono garanzie maggiori rispetto alla destinazione d'uso dell'area, proponendo alla regione Lombardia di acquisirla. Ricordando alle Istituzioni che gli impegni presi vanno mantenuti perché cinque lavoratori sono saliti su una fornace per rivendicare il posto di lavoro e la garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali antecedenti al fallimento, convinti che l'azienda sia ancora nella condizione di ricollocarsi sul mercato, in quanto unica in alcune sue lavorazioni.
Da allora ad oggi solo qualche tavolo concertativo che è servito più che altro ad allungare i tempi.
Chiediamo alle Istituzioni, di poter tornare a lavorare, non vogliamo pagare gli errori di un imprenditore incapace, pretendiamo che si aprano subito tutti quei tavoli che possano garantire e favorire il fare impresa, veicolando così un nuovo o nuovi imprenditori, seri e capaci, che abbiano la volontà di offrire lavoro ai 250 lavoratori (famiglie) che componevano queste realtà produttive, dando così la possibilità di tornare a credere che in Italia ci sia ancora una classe politica con la P maiuscola, in grado di generare benessere e sviluppo per tutti i cittadini Italiani e non, ridando dignità e non costringendo le famiglie a vivere di ammortizzatori sociali e di sostegno Caritas.
Comitato lavoratori Lares e Rsu Fim – Fiom Metalli Preziosi
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