mercoledì 18 novembre 2009

Lares: anche se ci crediamo assolti siamo tutti coinvolti

Cari amici della Lares, cari amici della Metalli Preziosi, cari compagni. Compagni perchè quello che mi fa sentire uguale (compagno) a voi e mi fa condividere materialmente e non idealmente la vostra condizione è l'essere nato e vissuto da proletario.
"Siamo dello stesso sangue voi ed io" era la parola maestra che ti faceva riconoscere tra i "compagni" della jungla anche se apparivi diverso, come il cucciolo d'uomo Mowgli, dai lupi o dai pitoni, dalle pantere o dagli orsi, perché era tra loro e con loro che cacciavi, mangiavi, vivevi e morivi. E io sono dello stesso sangue vostro perché da compagno ho diviso e divido lo stesso vostro pane, alla mensa proletaria di chi, quando perde il lavoro, perde tutto: identità, dignità, socialità, libertà.
Ho letto con pena e dolore i commenti meschini e impauriti di chi continua a offendervi; perché vorrebbe non sentirsi coinvolto (ma non è assolto), perché avete osato chiedere a chi dovrebbe farlo, di difendere insieme a voi quello che siete. Di fronte a questa ennesima ingiuria mi sono chiesto: cosa posso fare io?
L'unica cosa che posso fare è raccontare la vostra storia su tutti i mezzi che riesco a raggiungere: l'ho già fatto pubblicandola sul sito del giornale di Confindustria, l'ho rifatto stamattina scrivendo a un amico, Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, segnalando il vostro blog e quello della Metalli Preziosi, invitandolo a leggere le vostre storie "messaggi di naufraghi sommersi nella crisi, affidati alle bottiglie virtuali dei blog nell'oceano di internet", gli ho scritto. L'ho proposto nel pomeriggio a un altro amico caporedattore di un quotidiano di trovare spazio per raccontare le storie che ci sono sui vostri blog; ma per lui è difficile, perché dovrebbe parlare anche del blog dei precari licenziati dal suo giornale.
Non mi arrendo. Domani cercherò di fare di più. Chiederò a Fiano, a Fassino, a Casati, che sono venuti da voi a fare una "passerella" un mese fa, che cosa hanno fatto e intendono fare per aiutarvi a rimanere operai Lares. Anche loro non possono "sentirsi assolti perché sono lo stesso coinvolti".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io sono sinceramente vicino ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro ma se ormai quell'azienda non esiste più (perchè è fallita,perchè non è più neanche proprietaria dei muri e degli impianti, perchè nessuno la vuole comprare) quali sono le soluzioni reali? Insieme ai proclami di solidarietà (che servono a non dimenticare il problema) non si potrebbe però seriamente cominciare a pensare a come ricollocare i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro?

Anonimo ha detto...

Grazie per il suo interessamento, ci fa piacere che lei possa capire e condividere i nostri problemi e il nostro stato d'animo. Cogliamo l'occasione per ringraziare anche tutte quelle persone che ci hanno aiutato concretamente e disinteressatamente, indipendentemente da qualsiasi colore politico e dei quali rispettiamo la volontà di rimanere anonimi.
Ringraziamo anche chiunque voglia darci un cenno di solidarietà, magari semplicemente passando dal presidio a scambiare due chiacchiere.
Non lasciateci soli.

I lavoratori della Lares