Riprendo e segnalo l'articolo scritto da Franco Abruzzo sul suo sito dove oltre ai lanci di Agenzia che danno la notizia c'è un articolo del condirettore del quotidiano calabrese che ha pubblicato la cronaca dell'ormai famoso "inchino" della Madonna delle Grazie davanti alla casa di un boss di Oppido Mamertina (Reggio Calabria).
Ndrangheta: scorta e auto blindata per
il giornalista Michele Albanese, che rivelò "l'inchino".
Fnsi: “Fatto grave”. IN CODA l’articolo del condirettore del
“Quotidiano della Calabria” Rocco Valenti. Vescovi calabresi
solidali.
Reggio Calabria, 18 luglio 2014. Scorta
e auto blindata per un giornalista del "Quotidiano del Sud",
Michele Albanese. La decisione e' stata assunta ieri al termine di
una riunione urgente del Comitato provinciale per l'ordine e la
sicurezza pubblica che si e' tenuto a Reggio Calabria. Albanese e' un
giornalista che lavora il “Quotidiano del Sud” (già “Quotidiano
della Calabria”) nella Piana di Gioia Tauro, un comprensorio dove
negli ultimi giorni si sono verificati diversi fatti di 'ndrangheta,
ed anche gli omaggi ai boss durante alcune processioni religiose.
Tutti fatti raccontati da Albanese nei suoi articoli. Ieri Michele
Albanese si trovava sul luogo di un omicidio, avvenuto a Sinopoli,
quando le forze dell'ordine lo hanno convocato d'urgenza a Reggio
Calabria. Ed è qui che ad Albanese è stato notificato il
provvedimento. Il giornalista potrà muoversi solo con la scorta e
l'autovettura blindata. Alla base ci sarebbe una intercettazione
ambientale talmente diretta che ha fatto scattare il piano di
sicurezza. La notizia e' stata resa nota con un corsivo del
condirettore del "Quotidiano", Rocco Valenti. Al
giornalista e' stata espressa solidarietà e vicinanza dalla Fnsi e
dal Comitato di redazione del giornale. (AGI)
.'Ndrangheta: scorta a giornalista.
Fnsi: “Fatto grave”. -Reggio Calabria, 18 luglio 2014.
Inquietudine per il livello della scorta assegnata al giornalista del
Quotidiano del Sud e collaboratore dell'ANSA, Michele Albanese, "che
presuppone un pericolo reale" e' stata espressa dal segretario
generale della Fnsi Franco Siddi e dal vicesegretario e segretario
regionale del sindacato giornalisti Carlo Parisi in una nota
pubblicata sul giornale. "E' grave - proseguono - che in una
società civile ci siano questi fatti che colpiscono persone che con
il loro lavoro semplice, da api operaie, sono simbolo di un impegno
per il riscatto morale della comunità di cui fanno parte".
(ANSA).
Un giornalista del Quotidiano è in
pericolo. Gli assegnano la scorta e un'auto blindata. La
decisione è stata presa nel corso di una riunione urgente del
Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto
dal prefetto. Sapere che un nostro collega sia costretto a vivere in
queste condizioni ci fa profondamente tristezza, e per tanti motivi.
Nel nome della libertà, a lui va il nostro grazie per il lavoro che
fa
di ROCCO VALENTI, condirettore.
DA ieri sera un nostro giornalista,
Michele Albanese, uno dei cronisti di punta del Reggino e in
particolare della Piana di Gioia Tauro, vive sotto scorta. In ogni
suo spostamento ci sono a tutelarlo uomini delle forze di polizia con
un’auto blindata. La decisione è stata presa nel corso di una
riunione urgente del Comitato provinciale per l’ordine e la
sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto di Reggio, Claudio
Sammartino. Una riunione convocata sulla base di elementi in mano
agli inquirenti che, evidentemente, hanno fatto pensare in modo
univoco e netto ad un pericolo imminente per il giornalista del
Quotidiano. Da dove questo pericolo venga è informazione riservata
per gli investigatori, anche se è immaginabile che qualcosa contro
Albanese stesse covando in ambiti della criminalità organizzata.
La notizia della scorta resasi
necessaria per il giornalista del Quotidiano, a scanso di equivoci, è
una delle più brutte che ci potesse capitare di ricevere. Nella
società della spettacolarizzazione ad ogni costo, qualche imbecille
potrebbe pensare che tutto questo sia motivo di vanto per un
giornale, se non addirittura un'occasione per farsi pubblicità.
Nulla di tutto questo: sapere che un nostro collega sia costretto a
vivere sotto scorta ci fa profondamente tristezza, e per tanti
motivi. Intanto perché non siamo in un telefilm, e nella vita reale
la circostanza che un giornalista che fa semplicemente il suo lavoro,
raccontando il suo territorio, e anche le malefatte che in esso
albergano, corra sol per questo pericoli seri è sconcertante. Poi
perché questa Calabria capace di esprimere ancora queste cose non
solo non ci piace, ma ogni passo che fa lo sottrae al futuro stesso
dei suoi giovani. E poi perché, evidentemente, c'è ancora qualcuno
che pensa che se in un giornale si riesce a far tacere, quantomeno
intimidendolo, un giornalista, allora quel qualcuno ha risolto i suoi
problemi.
Ci fa tristezza sapere che ci possa
essere qualcuno, ancora, in questa terra che dà troppi dispiaceri,
che crede che il suo problema porti il nome e il cognome di un
giornalista. Il Quotidiano ha raccontato, racconta e continuerà a
raccontare il bello e il brutto di questa regione. Le sue luci e le
sue ombre. E il Quotidiano non è uno o due giornalisti, e se anche,
per assurdo, tutti quelli che ci siamo decidessimo di fare altro
nella vita, ci sarebbero sicuramente altri pronti a prendere il
nostro posto, e poi ce ne sono tanti in altri giornali, perché
raccontare liberamente la propria terra non è cosa circoscrivibile
ai singoli: è una cosa immensa, che è insieme desiderio e ideale di
libertà. E' questo lo spirito dell'abbraccio di tutto il Quotidiano
a Michele Albanese. Senza tanti giri di parole.
E' nel nome della libertà che va il
grazie a Michele per il lavoro che fa. Ed è lo stesso ideale che
assicura che la voce del Quotidiano non si possa soffocare.
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