Domani sera all'Auditorium Tilane, i due candidati sindaci del
Partito Democratico, Antonella Caniato e Marco Coloretti, metteranno
a confronto pubblicamente i loro rispettivi programmi.
I due candidati sono portatori di due visioni e due idee di città o ha ragione chi definisce le loro proposte
"complementari"?
Vedremo se il confronto confermerà questo giudizio, ma a molti osservatori sembra che anche solo
leggendo gli slogan e le dichiarazioni affidate ai volantini dai due sfidanti,
emergano nettamente delle differenze. Il linguaggio innanzi tutto.
Quello
della Caniato privilegia il metodo ed è pieno di termini e frasi
tipiche dell'associazionismo: istanze, condivisione, "l'altro"
come ricchezza, ascolto, disagio sociale, valorizzare meriti e
talenti, tessuto solidale, coesione.
Quello di Coloretti, pur nella genericità, è decisamente più concreto: città metropolitana,
sviluppo territoriale, aree dismesse da recuperare, creare nuovo
lavoro e servizi, trasparenza, bisogni personali e d'impresa,
mobilità leggera, osservatorio sulla legalità, diritto
all'istruzione, alla salute e alla casa.
Domani sera, si spera, i due consiglieri comunali del PD entreranno un
po' più nel merito e le differenti visioni prenderanno la forma di
due diversi programmi tra i quali scegliere. Gli elettori del PD e i
rappresentanti delle altre forze politiche che guardano all'alleanza
di centro sinistra per cambiare la politica cittadina, si aspettano
soprattutto delle risposte alla domanda dalla quale discenderanno le rispettive scelte politiche ed elettorali: come si pongono i due candidati rispetto alla coalizione? In altre parole se i candidati del PD intendono dar vita a una coalizione che percorso comune propongono ai potenziali alleati?
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