venerdì 3 maggio 2013

La "concretezza" del curatore fallimentare

La rivista mensile della corrente andreottiana negli anni 60 si chiamava "Concretezza". Io che la stampavo in basse tirature su una vecchia macchina pianociclindrica 70-100 nella tipografia della Rizzoli me la leggevo con comodo, piegando il sedicesimo e tagliando le pagine, quando mi imboscavo al bagno a fumare, seduto sui calcagni con i piedi sul water per non farmi beccare dal capo che scrutava sotto le porte.
Ci ho ripensato ieri quando ho letto su questo blog l'intervento di Figus, il segretario "non di sinistra" del Partito Democratico padernese che l'amico Giuranna ha definito un esercizio di "concretezza", appunto.
Nel suo intervento che avete letto qui sotto, Oscar Figus, praticamente rimuove lo spettacolo crudele che ha mostrato a tutti in diretta tv l'insostenibile inconsistenza del Partito Democratico e ci mette generosamente del suo. La settimana scorsa ha chiesto scusa agli elettori e dopo aver fatto formale ammenda oggi si sente libero di sparare una serie di discutibili affermazioni a ruota libera: il governo Letta-Alfano è il modo corretto di rispettare la volontà degli elettori, è la scelta che consente al PD di portare a casa almeno qualcosa dopo la non vittoria elettorale e infine, non raccontiamoci storie, in Italia la sinistra è sempre stata minoritaria e divisa. Insomma, siamo realisti, quello che abbiamo ottenuto è quello che ci spetta. Basta chiacchiere, guardiamo avanti. Lasciamo all'amico Arcari il compito di inseguire la dubbiosa "creazione di un pensiero di sinistra in Italia, unico e vincente".
Espressa con parole diverse (Figus non è di sinistra) la sua "concretezza" è simile a quella di Massetti che invece è di sinistra. La sintetizzo: salviamo l'unità del partito, cerchiamo di capire tutti insieme chi siamo e cosa vogliamo, soprattutto pensiamo alle elezioni di Paderno 2014. Perderemo, ma terremo viva la speranza di costruire da qui al 2019 "un’altra Paderno Dugnano. Più vivace, più moderna, più dinamica, più verde e più accogliente". Evviva.
Personalmente ho scelto di non seguire più questo cammino, me lo impone la mia coscienza e la mia storia politica, ma anche il realismo e la lucidità di chi guarda ai fatti. Il PD è sfasciato ed era già sfasciato molto prima del voto sul Quirinale. Lo dice chiaramente Massimo Cacciari sull'Espresso in edicola. Celebrare il congresso, eleggere un nuovo segretario e sperare che faccia meglio di Bersani è un'illusione, anzi è accanimento terapeutico.
Più utile e giusto sarebbe pensare al futuro di quest'area politica cercando di immaginare la sua possibile evoluzione partendo però dalle divisioni profonde che la segnano fin dalla nascita e le hanno impedito di diventare in sei anni l'agognato PD. La convivenza forzata tra diversi alla quale il partito si è ridotto per la pochezza e l'incapacità dei suoi dirigenti ha messo fuori gioco sia la possibilità di dar vita a una seria corrente socialdemocratica che a una seria corrente cattolico-popolare.
Unite sotto il tetto della stessa casa queste due correnti antagoniste hanno fatto solo danni. Separiamole, lasciamole definirsi autonomamente e avremo finalmente come risultato due forze politiche capaci di allearsi e magari vincere dando vita a una credibile compagine di governo.
Un governo sorretto da un lato da un partito socialdemocratico di ispirazione europea capace di riunire SEL e altre microforze della ex sinistra, dall'altro da un partito liberale-popolare, magari a guida renziana, capace di aggregare forze nuove nel suo bacino elettorale naturale che è il centro cattolico.
Il centrosinistra senza trattino era un'utopia ed è stata uccisa darwinianamente da madre Natura, prendiamone atto e ognuno vada per la sua strada, i passeri socialisti volino sui rami di sinistra, i merli popolari volino su quelli liberi al centro con l'obiettivo realistico di costruire il futuro centro-sinistra. Col trattino. 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Arcari

dopo il monologo di Figus ed il Suo conseguente commento, mi permetto di aggiungere una postilla al mio brevissimo intervento di qualche giorno fa. Figus non è di sinistra e milita nel Partito Democratico, Lei è di sinistra ed ha scelto di uscire da quel partito. Dunque, quanto ravvisavo nel precedente commento (ovvero che chi è di sinistra è insensato che entri nel Pd) trova conferma nella Sua risposta al segretario cittadino.
Inoltre, la parole dello stesso Figus (persona stimabilissima) antepongono una specie di realpolitik a quella coscienza politica da Lei invocata. Difatti, come si può siglare un accordo con un partito (Pdl) il cui leader è accusato dalla magistratura di aver corrotto uno o più parlamentari al fine di far cadere il governo Prodi? Con quale coraggio i difensori di questa alleanza (i progressisti alla Figus) avranno in seguito il coraggio di invocare parole quali etica, giustizia, integrità morale?
Figus, il progressista, sogna un Pd erede della Democrazia Cristiana. Ed Enrico Letta rappresenta il realizzarsi di quel sogno.

Luigi Vannucchi

Gianni Rubagotti ha detto...

Certo che quando si premia l'autore della sconfitta elettorale regionale contro Maroni, cioè tale Maurizio Martina, con un posto da viceministro inizio a capire chi chiede l'eutanasia del PD invece che farlo soffrire così crudelmente.