Mentre
Letta nomina più di 40 tra sottosegretari e viceministri per accontentare tutte le correnti del
suo governo quello che poteva e a mio avviso doveva essere il
Presidente della Repubblica del cambiamento, Stefano Rodotà, scrive
oggi su Repubblica un fondo dal titolo "Assalto alla Costituzione" nel
quale analizza la situazione venutasi a creare con l'accordo tra Pd e
PdL che al posto di cambiare in senso democratico e "progressista"
(queste virgolette sono dedicate al mio amico Oscar) il Paese, ne
stravolgerà ulteriormente in senso reazionario il profilo.
Rodotà
parte dalla società italiana spaccata in diversi pezzi
incomunicabili il cui tessuto sociale è ormai lacerato, ma la cui
pericolosa condizione di insostenibilità viene ancora una volta
ignorata dall'ideologia mercatista alla quale si sacrifica tutto
favorendo la violenza prodotta dalla disperazione:
suicidi, omicidi, violenze sui più deboli, schiacciati dalla
"prepotenza dell'economia". Il governo Letta cosa farà su
questo fronte? Poco o niente stando al suo programma.
Anche sul fronte
della legalità il neogoverno tace. "Non una parola del
presidente del Consiglio sui diritti civili, terreno sul quale in
tutto il mondo si discute, si sperimenta, si innova, si legifera. I
prossimi anni saranno quelli di un isolamento civile del nostro
paese?" scrive Rodotà. La lista dei ritardi accumulati su questo terreno è
lunga e il governo delle "larghe intese" (a proposito, qualcuno ha notizie di Emma Bonino?) non sembra proprio
in grado di muovere un passo. Prima l'economia il resto non conta.
Gli otto punti di Bersani che parlavano di queste cose: diritti civili, legalità, conflitto di interesse,
incandidabilità, falso in bilancio, prescrizione dei reati, sono ormai storia e sono stati seppelliti senza una lacrima dai democratici
fautori della real politik "progressista".
Ma il punto più inquietante della linea istituzionale enunciata da Enrico Letta risiede nella proposta di istituire una Convenzione per le riforme alla cui presidenza si è già candidato lo statista di Arcore. Cosa farà l'opposizione per impedire che questa vera e propria "soluzione finale" della Costituzione venga attuata? Chi mobiliterà gli italiani contro questo attentato alla convivenza civile?
Ma il punto più inquietante della linea istituzionale enunciata da Enrico Letta risiede nella proposta di istituire una Convenzione per le riforme alla cui presidenza si è già candidato lo statista di Arcore. Cosa farà l'opposizione per impedire che questa vera e propria "soluzione finale" della Costituzione venga attuata? Chi mobiliterà gli italiani contro questo attentato alla convivenza civile?
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