Dal 2004 ricopri la carica di
assessore alla Cultura e Istruzione del Comune di Cormano. Quali
sono le cose di cui vai fiero del lavoro fatto a Cormano?
La prima cosa di cui vado fiero del
lavoro a Cormano è lo spirito di squadra della giunta di cui faccio
parte e lo stile di ascolto e partecipazione che abbiamo cercato
di mettere nella quotidianità dell'azione amministrativa. Credo sia
un valore molto importante al di sopra delle scelte che si fanno
per i cittadini. In ogni caso penso che una delle conquiste
ottenute in questi anni, oltre alla piscina comunale, sia
rappresentato dal "Bì, La fabbrica del gioco e delle arti",
il primo centro per l'infanzia della Lombardia, che offre opportunità
educative e di svago di alto livello ai bimbi e alle loro famiglie.
Mi sono molto occupato anche di eventi culturali e
l'Ottobre Manzoniano resta la creatura più riuscita tra le
attività per la cultura a Cormano.
Se verrai eletto di cosa ti vorrai
occupare in Regione?
Metto al primo posto il lavoro. Il
nostro sistema economico va rafforzato per la competizione
internazionale e per reggere la crisi economica. Dobbiamo
tornare a fare sistema tra comuni e Regione, per costruire
finalmente un distretto produttivo dell'area milanese. Solo così
si rimmettono in circolo i saperi, si crea lavoro e di rilanciano le
imprese. Negli ultimi anni invece Regione Lombardia si
è disinteressata al tema, ha lasciato morire aziende, posti di
lavoro. Si è concentrata soltanto sulla torta, appetitosa,
della sanità, per distribuire favori e prebende. Il risultato è
una Regione che campa a dispetto dell'inefficienza dei politici
che l'hanno governata. Se verrò eletto mi occuperò del lavoro,
delle opportunità di impiego per i giovani e per chi perde il
posto e sarò al fianco delle aziende su fisco e accesso al
credito. E lo farò partendo dal nostro territorio, Cormano,
Paderno, Cusano, Bresso, Senago, Novate e Bollate.
Qual è il programma
politico amministrativo con il quale il centro sinistra si
candida a governare la Lombardia?
Altrettanto importante è il rilancio
morale ed etico delle istituzioni, questione al centro del
programma del centrosinistra. Dobbiamo ricordare a tutti che si
va al voto anticipato perché la
Regione di Formigoni è stata travolta
dagli scandali di ogni genere. Occorre voltare pagina ed
affidare a gente nuova la gestione di questo territorio. Umberto
Ambrosoli è la persona giusta per costruire il cambiamento.
Se verrai eletto rappresenterai il Nord Milano in Regione, quali sono le urgenze del nostro territorio e come sarà possibile affrontarle?
Sono un naturale rappresentante del
Nord Milano perché per anni ho lavorato come assessore, assieme
a molti altri colleghi, per fare rete tra comuni. Certo, era
meglio quando Paderno era amministrata dal centrosinistra. La
sensibilità era diversa, e maggiore era l'ascolto, il confronto
e la collaborazione. Credo che i cittadini padernesi se ne
stiano rendendo conto sulla propria pelle. Per questi motivi conosco
la virtuosa esperienza di allearsi per il bene comune. Dobbiamo
tornare a mettere insieme saperi e competenze per affrontare la
crisi economica e dare risposte ai cittadini sui temi dei
servizi alla persona e sull'efficienza amministrativa. Siamo
comuni virtuosi e capaci e chi va in Regione o in parlamento ha
l'imperativo morale di stare al fianco dei sindaci, perché
parte delle sofferenze di questo Paese è rintracciabile nel
maltrattamento sistematico dei governi nei confronti dei comuni.
Quali sono i punti di forza del nostro
territorio sui quali è possibile costruire il futuro?
Il nostro territorio è la porta verso
la Brianza. Esiste una forte rete economica costituita da
piccole imprese sotto gli otto dipendenti. A loro va dato tutto
l'aiuto perché continuino a competere e a produrre ricchezza. Ma è anche il
luogo dei parchi urbani e sovraurbani. Belle località poco
promosse a livello turistico dove invece sarebbe opportuno
costruire reti di promozione e sviluppo. Per questo dobbiamo
vigilare perché non si faccia del consumo di suolo la politica
economica del futuro. Le nostre aree verdi sono un'opportunità
economica vera e non soltanto un patrimonio da difendere.
Che ruolo potrà e dovrà giocare il
Nord Milano nella nuova Lombardia?
Il Nord Milano con le sue 20 mila
aziende realizza quasi il 10% della ricchezza di tutta l'area
milanese. Bisogna investire in innovazione tecnologica e nuove
risorse, come i giovani. Va allargata la formazione
professionale e occorre mettere in rete aziende e comuni. La
regione può farlo e può agevolare la costruzione di un distretto
produttivo del nord Milano. Lo deve fare e lo può fare investendo
risorse che già ci sono, senza propagandare improbabili nuovi
federalismi. E poi, il nord Milano è il luogo dove maggiore
si respira l'idea di una società partecipata. La forte
tradizione operaista di questo territorio ha favorito lo
sviluppo di una forte rete solidaristica e associativa. Un
patrimonio da incrementare e difendere da subito.
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