Il reddito medio
pro-capite delle famiglie italiane è tornato ai livelli del 1993 e negli
ultimi dieci anni la ricchezza finanziaria si è quasi dimezzata. Lo
rivela il Censis nel suo Rapporto annuale, mettendo in luce quello
che definisce "lo smottamento del ceto medio".
Il reddito medio nazionale è stato falciato dalla crisi, ma anche dagli effetti dei profondi mutamenti della nostra struttura sociale che hanno ridotto di molto la capacità delle famiglie di produrre reddito e accumulare risparmio. Il Rapporto ci dice che gli italiani in difficoltà reagiscono alla crisi ricorrendo anche a "difese strenue": in due anni 2,5 milioni di famiglie hanno venduto oro o preziosi.
Il reddito medio nazionale è stato falciato dalla crisi, ma anche dagli effetti dei profondi mutamenti della nostra struttura sociale che hanno ridotto di molto la capacità delle famiglie di produrre reddito e accumulare risparmio. Il Rapporto ci dice che gli italiani in difficoltà reagiscono alla crisi ricorrendo anche a "difese strenue": in due anni 2,5 milioni di famiglie hanno venduto oro o preziosi.
La tendenza all'impoverimento del ceto
medio è in atto da tempo e si è aggravato anche perché quando
veniva denunciato dal centro sinistra, il governo in carica, cioè
Berlusconi, negava l'evidenza. I dati di oggi rivelano che negli
ultimi 10 anni la ricchezza finanziaria netta è passata da 26.000 a
15.600 euro a famiglia, con una riduzione del 40,5%, ma in questo
scenario i ricchi sono diventati ancora più ricchi. Tutto ciò
grazie soprattutto alle politiche della destra che negli ultimi 10
anni è stata al potere per otto anni
La quota di famiglie con una ricchezza
netta superiore a 500.000 euro, si legge infatti nel Rapporto, è
praticamente raddoppiata, passando dal 6% al 12,5%, mentre la
ricchezza del ceto medio (cioè le famiglie con un patrimonio, tra
immobili e beni mobili, compreso tra 50.000 e 500.000 euro) è
diminuita dal 66,4% al 48,3%. E c'è stato uno slittamento della
ricchezza verso le componenti più anziane della popolazione.
Il mercato immobiliare è fermo anche
perchè questo trasferimento di ricchezza impedisce ai giovani di
acquistare la casa. Negli ultimi 5 anni la caduta degli investimenti
nelle costruzioni è del 25%, dato che tra 2008 e 2012 è salito al
45% nel comparto residenziale. I mutui per l'acquisto di abitazioni
sono diminuiti del 20% nel periodo 2008-2011 rispetto al quadriennio
precedente e le compravendite risultano, a fine 2012, dimezzate
rispetto a sei anni fa.
Nei primi sei mesi dell'anno il numero
degli italiani occupati ha registrato una flessione dello 0,3% e sono
stati bruciati più di 240 mila posti di lavoro destinati ai giovani.
La crisi ha dato una netta accelerazione al processo di
invecchiamento già in corso da tempo: la quota di under 35 al lavoro
scende al 26,4% nel 2011 dal 37,8% di dieci anni fa.
Oltre a vendere oro, gli italiani
cercano di restare a galla tagliando i consumi, andando a caccia di
offerte, riducendo gli spostamenti per risparmiare benzina,
acquistando meno auto mentre c'è un boom delle biciclette: ne sono
state vendute 3,5 milioni. Va forte anche "l'orticello di
guerra": 2,7 milioni di italiani coltivano ortaggi da consumare
ogni giorno. Ma si tratta di difese di brevissimo respiro. Una cosa è
certo non sarà con l'individualismo e con le ricette fasulle della
destra che riusciremo a invertire questa tendenza. Sono state proprio
queste ricette sbagliate e basate sulla diseguaglianza che ci hanno
portato a questo punto. Gli italiani alle prossime elezioni ne
terranno conto.
2 commenti:
Dalla destra x il 90%, dal pd x il restante 10% che ha appoggiato x "senso di responsabilità" il governo Monti
No caro Nando, l'impoverimento dell'Italia non è avvenuto nel 2011. Il merito della nostra situazione è tutto della destra. Monti ha fatto quel che ha potuto e non è riuscito a tagliare quasi nulla neanche le inutili Province perché il PdL e la Lega si sono sempre opposti.
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