domenica 1 gennaio 2012

L'uomo dell'anno che verrà

Se gli italiani dovessero eleggere il "personaggio dell'anno" come fa la rivista Time negli Stati Uniti sono sicuro che il voto quasi unanime andrebbe al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Egli è infatti il timoniere che nel momento peggiore della nostra navigazione, ha preso con forza e decisione in timone dalle mani di Berlusconi che ci stava portando sugli scogli, e tutti noi oggi guardiamo a lui come all'unica risorsa politica, all'unica guida autorevole in grado di riportarci in salvo.
Al suo messaggio di fine anno, trasmesso ieri sera in diretta televisiva, hanno assistito oltre 13 milioni di telespettatori. Nel suo discorso di 20 minuti circa, una esortazione a trovare il coraggio di cambiare strada, abbandonare i sogni fasulli di arricchimento facile di cui ci siamo nutriti negli ultimi 17 anni e fare le scelte necessarie per ritrovare lo slancio per andare avanti nel nostro sviluppo, Napolitano ha fissato i seguenti punti:
1) I frutti dei sacrifici non mancheranno e non risulteranno inutili. L'alternativa, cioè non farli, sarebbe una sola: la recessione
2) Bisogna mettere mano a pensioni e nuove regole del mercato del lavoro, l'Italia deve definire nuove forme di sicurezza sociale che sono state finora trascurate.
3) Le "patologie che affliggono l'Italia" sono corruzione ed evasione fiscale. Non si può fare a meno di metterle nel mirino quando si parla di conti pubblici da raddrizzare. E' un'opera di lunga lena che richiede preparazione di strumenti efficaci e continuità, ma è giusto, anzi sacrosanto, fare appello perchè si agisca subito in queste direzioni.
4) La spesa pubblica è cresciuta in modo incontrollato e insostenibile (negli ultimi tre anni di Berlusconi è arrivata a 217,8 milioni al giorno contro i 97,5 di Prodi). C'è chi ne ha tratto e continua a trarne indebito profitto: a ciò si legano strettamente fenomeni di dilagante corruzione e parassitismo, di diffusa illegalità e anche di inquinamento criminale.
5) Non c'è futuro per l'Italia senza rigenerazione della politica e della fiducia nella politica. Dobbiamo guardare senza pregiudizi la prova che le forze politiche daranno in questo periodo della loro capacità di rinnovarsi e di risolvere i problemi del paese.
In sintesi egli ha indicato per il futuro immediato: un intervento sul welfare e sul lavoro, il primo da rendere più sostenibile, il secondo meno precario; la lotta senza quartiere a corruzione ed evasione fiscale; il taglio deciso e visibile della spesa pubblica parassitaria e illegale; la rigenerazione dei partiti e della politica. Il programma insomma c'è, impegnativo, ma chiaro.
Tutti i partiti in Parlamento, nelle loro reazioni, hanno approvato lo schema e le parole del Presidente. Meno la Lega che ormai agisce come una forza extraparlamentare ed extranazionale e ha accolto l'esortazione di Napolitano con la solita dose di insulti e ignobili diffamazioni rivolte direttamente alla sua persona. 
Ciò dimostra che ormai il partito di Bossi ha tagliato definitivamente i ponti con l'Italia democratica. Se così stanno le cose il 2012 si presenta politicamente con uno scenario più chiaro.

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