Oggi fuori dai cancelli della Lares la troupe e una giornalista di Telenova, storica emittente cattolica delle Edizioni Paoline, hanno intervistato alcuni lavoratori del presidio più lungo d'Italia.
I lavoratori per bocca di Leonardo Beltrame, di Angelo Lupi e di altri hanno raccontato come procede la loro vita quotidiana, come riescano a resistere insieme alle loro famiglie e nello stesso tempo come riescano a non mollare e immaginare il loro futuro come comunità, come "lavoratori Lares", un'identità che hanno sempre caparbiamente difeso.
Con il nuovo anno continuerà anche a evolvere in modo puntuale il piano di rilancio produttivo e di rioccupazione messo a punto in questi utlimi mesi dai lavoratori, in collaborazione con un gruppo di volontari. "Il piano è un work in progress che continua a ricevere contributi, a divenire più dettagliato e dunque finanziariamente appetibile per i potenziali investitori" dicono gli ex dipendenti Lares che lo stanno sottoponendo anche a società finanziarie specializzate in merger, in nuovi progetti d'impresa ed investimenti industriali dalle quali hanno già ricevuto consigli e indicazioni preziose.
"I primi mesi del nuovo anno potrebbe essere quelli decisivi – dicono i lavoratori – certo restare qui in strada senza una sede decente dove riunirsi e incontrare le persone interessate è faticoso e anche poco dignitoso. Non diamo una buona immagine". Speriamo che il Comune si decida a fare la sua parte e andare incontro ai lavoratori offrendo al presidio Lares una sede provvisoria. Non ci guadagnerebbero in credibilità solo loro, ma tutta la città amministrazione in primis risultarebbe più credibile, coesa e solidale.
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