Alla (come potete immaginare) comprensibile soddisfazione per le dimissioni del governo Berlusconi che, dopo quasi un ventennio, certifica tutta l’incapacità di destra e lega non solo di gestire la crisi – che peraltro ha negato fino a pochi giorni fa – ma anche solo di mantenere almeno una parte delle proprie stesse promesse agli Italiani.
Alla consapevolezza che probabilmente non esista alternativa al governo tecnico, non si può andare alle elezioni in questo momento e non si può fare un governo di solidarietà nazionale con chi, per tutto questo tempo, ha avvelenato i pozzi, promesso e non mantenuto, comandato invece che discusso, spiato, mentito e imbrogliato. Scusatemi se non festeggio.
La Politica, per come la vedo io, avrebbe dovuto trovare la forza di fare un passo indietro, ma sui suoi privilegi non sulle prerogative che le sono proprie. La Politica, per come la vedo io, dovrebbe sempre rivendicare il diritto di scegliere, secondo le proprie idee per il bene comune, all’interno di regole condivise di competizione democratica.
Invece non è stato possibile, la politica ha abdicato ed ha chiamato qualcun altro, sperando che faccia le riforme che non è riuscita a fare e che servono al Paese, non che io voglia discutere la rispettabilità delle persone scelte, solo che non condivido il principio per cui delle scelte che dovrebbero essere fatte dalla Politica possano essere affidate a dei tecnici.
Se il mio chirurgo, dopo una festa, è ubriaco, preferirei cambiare chirurgo piuttosto che affidare l’operazione – che so - al direttore del laboratorio analisi, anche se rispettabilissimo. Se poi tale direttore, per l’operazione, decidesse di circondarsi di amici suoi, alcuni dei quali tecnici di laboratorio usi ad organizzare feste in cui ci si ubriaca, la mia fiducia sarebbe - comprensibilmente - ancora minore.
Da tempo, e sicuramente per colpa di certa politica, sta passando il messaggio – e la convinzione - che esistono soluzioni giuste “a prescindere”, scelte che non necessitano di mediazione e di confronto e che basta trovare il Professore giusto per metterle in pratica.
Ma questo è il messaggio che questa destra da anni cerca di far passare nella società civile e che, purtroppo, trova ampio proselitismo, dicendo che non si deve fare politica nei media, dicendo che non si deve fare Politica nelle scuole, dicendo che non si deve fare Politica nelle piazze, nei centri di aggregazione, negli oratori e nelle chiese. Qui non si fa politica ? Ma tutto è Politica quando riguarda il bene delle persone e quando impediamo la Politica quella che stiamo in realtà impedendo è l’esercizio della Democrazia. Che non è, attenzione, il diritto di una maggioranza di comandare ma il diritto di una assemblea, democraticamente eletta, di discutere e di scegliere.
Dopo i tagli alla scuola, alla cultura, al welfare, agli enti locali, che stanno mettendo in ginocchio i servizi per i più giovani, i più deboli, i più poveri, senza aver intaccato il debito pubblico che, anzi, è cresciuto per mantenere inaccettabili privilegi di alcuni. Dopo le promesse mai mantenute alle imprese e l’illusione di un federalismo egoista invece che solidale. Dopo l’attacco al lavoro e ai diritti ed alla sicurezza dei lavoratori. Dopo gli attacchi alla centralità del Parlamento ed alla Costituzione. Speriamo solo che questa sia l’ultima onta del berlusconismo.
Forse questo governo tecnico riuscirà a fare ciò che non si è riuscito a fare fino ad ora, io me lo auguro, ma, pur con la consapevolezza dimostrabile che non siamo tutti uguali, un po’ di amarezza mi resta. Quanta strada ancora prima di diventare grandi.
2 commenti:
L'idea di governo tecnico si basa sulla convinzione che un tecnico agisce secondo la verità assoluta scientifica e non secondo la le opinioni relative alla sua parte politica.
In realtà il mondo scientifico non è questo Eden del comune accordo: c'è un dibattito su varie scelte su tutto e ci sono addirittura studi di retorica su come presentare le proprie idee sulle riviste scientifiche in modo da essere convincenti.
Io dico che ci sono ragioni per essere tristi, come il fatto che in questo governo non ci sia un tecnico di valore come Pietro Ichino.
E ci sono almeno un paio di ragioni per essere contenti: la prima è che dovrebbero esserci risparmiati comunicati stampa tipo quello relativo al tunnel dei neutrini.
La seconda è che le catastrofi naturali e finanziarie che accompagnano ogni governo Berlusconi (dall'alluvione del Po nel 94 a quelle di Liguria e Toscana dell'ultimo governo passando per il tifone in Brianza dopo la sua elezione nel 2001) dovrebbero calmarsi. E non mi pare poco :-)
A mio modo sono d'accordo con l'amico Figus.Ieri con il governo Monti,abbiamo abdicato alla nostra identità nazionale.Perchè nei curricula recitati dai media non si fa cenno dell'attività del Prof.Monti nella commisione trilateral e nella commissione del club Bilderberg,in compagnia dei Soros,dei Rohchild,dei Rochfeller etc,cioè degli speculatori in grado di attaccare e mettere in difficoltà gli stati nazionali?
Se proprio dovevamo mettere a capo del governo un risanatore d'imprese,perchè non si è pensato per esempio di dare l'incarico al commissario della Parmalat Enrico Bondi?Per inciso,l'attuale presidente della Grecia,dei cui problemi non si parla più,Papademos è stato anche lui presidente nella trilateral commision.è un caso?A me di essere governato da Berlusconi non mi ha mai mandato in estasi,ma nell'essere governato dai banchieri vedo un grave pericolo della Democrazia.
Dal Vostro sempre più liberale
pierino favrin
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