Al mio amico e collega Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, le manifestazioni di gioia popolare, gli insulti, i cori da stadio e il lancio di monetine, che hanno accompagnato l’uscita di scena di Berlusconi non sono piaciute. E nemmeno a me (per questo siamo amici pur nella grande diversità). Ma quelle manifestazioni popolari spontanee e non previste ci sono state e non possiamo certo ignorarle: un significato ce l’hanno e come.
La gente che ha seguito ieri fino a tarda notte il percorso dell’ex premier da Palazzo Chigi al Quirinale, trasformandolo in una piazzale Loreto politica e mediatica, esprimeva tangibilmente il sollievo e il senso di liberazione che questa fine inglorosa del berlusconismo comunicava agli italiani. Ieri sera, infatti, per molti di loro è finito un regime ed è caduta una dittatura, virtuale certo, ma che ha prodotto in questi 17 anni più danni che utili, più disastri che successi, più macerie che costruzioni.
Una dittatura televisiva che ha aggredito la nostra fragile cultura democratica e sociale promuovendo tramite la strapotenza dei media una vulgata individualistica e plebea, ignorante e reazionaria, materialista e consumista, con la quale ha preteso di trasformare un Paese che invece ha una storia e una cultura ben diverse. Storia e cultura che sono il nostro più importante patrimonio, umilate e derise sotto i tacchi a spillo di una politica ridotta a marketing, sondaggi e campagne pubblicitarie.
Io credo che le folle osannanti alla fine dell'avventura del cavaliere di Arcore, esprimessero soprattutto la volontà di farla finita con questa Italia ignoble e meschina. Un Paese in cui si veniva promossi ministri o parlamentari per un capriccio del miliardario che si era comprato la poltrona di capo del governo e che non a caso fino all’aultimo ha preteso per andarsene garanzie su due soli punti: la giustizia e le televisioni, cioè la garanzia di non andare in galera e la tutela dei suoi affari di famiglia. Io spero vivamente che invece su questi terreni non siano stati concessi salvacondotti. Oggi più che mai il plurinquisito Berlusconi deve venire processato e se riconosciuto colpevole condannato per i suoi numerosi reati, mentre il monopolio televisivo e mediatico sul quale ha fondato il suo strapotere, deve essere smantellato da nuove regole che garantiscano un corretto equilibrio di mercato in questo settore come in altri.
L’Italia liberata dal tallone antidemocratico di questo dittatore virtuale, sostenuto da ex sanbabilini fascisti, da nemici della patria comune e della Costituzione, da piduisti corrotti e corruttori, deve voltare finalmente pagina e diventare un Paese moderno, innovatore, che guarda al futuro di un grande popolo, rispettoso delle sue tradizioni, della sua storia e delle sue istituzioni. Guardare avanti, ha detto giustamente De Bortoli. Sono d'accordo, ma senza dimenticare gli errori commessi.
5 commenti:
Non ho letto l'articolo di De Bortoli ma SOTTOSCRIVO per intero il tuo!Il berlusconismo rimarrà ancora e non sarà facile estirparlo non amo i governi retti da tecnici della finanza,ma non si può farne a meno visto lo scempio.confido nelle sinistre e negli uomini onesti che spero ci siano nel nuovo governoche sia equo e faccia una legge elettorale che permetta VERAMENTE ai cittadini di sceglire il futuro
Il commento di De Bortoli al quale faccio rifermento è stato espresso ieri sera in un'intervista a "Che tempo che fa".
Le elezioni politiche anticipate è la risposta forte ai "mercati" e alla tecnocrazia della BCE.
Il governo Monti appare simile al governo Amato (ancora oggi nel totoministri) che aprì la strada alla discesa in campo del signore di Arcore.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum,
Di Modugno Domenico
volareee...nel blu, dipinto di blu
Nessuno ne parla ma oltre alla legge elettorale, non sarebbe il caso anche di promuovere una legge sul conflitto di interessi? Non vorrei che tra un po' ci ritrovassimo la figlia Marina.
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