Dopo mesi di discussioni si sa soltanto che la bandiera sarà tricolore, bianca, rosso e verde come quella italiana, ma conterrà due simboli (nella foto uno dei bozzetti) sui quali è stato trovato un accordo: la Rosa Camuna, il graffito dell’età del ferro rintracciato tra le scritture rupestri della valle bresciana, e la croce di San Giorgio. Il primo, rivisitato da quattro maestri del design internazionale (Bob Noorda, Pino Tovaglia, Roberto Sambonet e Bruno Munari), è dal 1975 il logo del Pirellone. Il secondo è il vessillo issato sul pennone del Carroccio nella battaglia di Legnano del 1176, simbolo delle libertà comunali, preso poi a prestito dalla Lega nord che la considera “la bandiera delle bandiere” padane.
L’esigenza di fondere i due simboli ha prodotto alla fine sei modelli di bandiera, ma già c’è chi vorrebbe inserire anche un altro elemento simbolico: il biscione visconteo, considerato a pieno titolo un simbolo centrale dell'identità milanese e lombarda.
Ma i tre simboli cosa rappresentano storicamente? La Rosa Camuna appare come una svastica asimmetrica. Figure analoghe sono state ritrovate in Mesopotamia da dove tramite i contatti tra popoli, guerre, migrazioni e commerci, si è diffuso fino ad arrivare in Valle Camonica. Ritrovamenti di simili incisioni sono avvenute anche in Portogallo, Svezia e Gran Bretagna e fanno pensare ad un simbolo usato dai guerrieri preistorici.
La croce di San Giorgio è stata originariamente vessillo della Repubblica di Genova che gli abitanti inalberarono nel 1095 sulle mura della città assediata dai bizantini. Venne poi utilizzata dai crociati che andavano alla conquista di Gerusalemme e in seguito adottata dall'Inghilterra, nonché da molte altre nazioni e città nella propria bandiera.
Il biscione viconteo, infine, la “bissa” dei milanesi, si ritrova come stemma dei Visconti a partire dall'undicesimo secolo. Essi diventarono poi signori di Milano dal 1277, trasmettendo così il simbolo all'intera città, e quindi al suo Ducato, fino alla soppressione napoleonica. In realtà non si è ancora potuto dimostrare se i Visconti adottarono un simbolo che era già presente in città, forse come stemma dei Capitani del Comune, o se furono loro ad imporlo. Di certo il drago è un simbolo guerriero di origine nordica.
Il biscione, è oggi uno dei tre principali simboli di Milano (gli altri sono la croce rossa in campo bianco, stemma del Comune medioevale e la scrofa semilanuta). Il biscione è anche richiamato nel logo di numerose istituzioni milanesi: la società di calcio dell'Inter, il simbolo dell'Alfa Romeo e infine del partito-azienda: la Fininvest berlusconiana.
A questo punto come popolano milanese "nasù in del Guast" io propongo di inserire nella bandiera anche un quarto simbolo di origine sicuramente celtica: la scrofa di cinghiale semilanuta, che ricorda la fondazione della città da parte di Belloveso: medio lanum. Un doveroso omaggio a Obelix.
A questo punto come popolano milanese "nasù in del Guast" io propongo di inserire nella bandiera anche un quarto simbolo di origine sicuramente celtica: la scrofa di cinghiale semilanuta, che ricorda la fondazione della città da parte di Belloveso: medio lanum. Un doveroso omaggio a Obelix.
Scherzi a parte, a me pare che l’unico simbolo che rimandi a un’origine comune della gente lombarda sia il più antico e il più certo perché scolpito nella pietra da un lombardo preistorico: la Rosa Camuna. Non è un caso che questo simbolo la cui potenza visiva è indiscutibile sia stato scelto dopo la nascita della Regione Lombardia come logo identitario della nuova realtà amministrativa e che sia stato così ben interpretato dai grandi artisti dell’immagine di quegli anni. Perché cambiarlo? O peggio inquinarlo visivamente e simbolicamente con altri oggetti più recenti e meno unitari? Il tentativo di piegare la bandiera a questa o quella esigenza politica contemporanea è assurdo e va respinto perché diventerebbe la prova che la “regione lombardia” non rappresenta più tutti i lombardi.
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