domenica 9 maggio 2010

Socialdemocrazia: ancora tu, ma non dovevamo vederci più?

Per  tre giorni la componente “Area Democratica” che mette insieme i seguaci di Veltroni e quelli di Franceschini che si oppongono a Bersani, hanno martellato quasi esclusivamente su una cosa: no al PD che si vorrebbe ispirare alla migliore socialdemocrazia europea. Perché questa, dicono, è un relitto del passato, una prospettiva superata dalla storia, un esiziale passo indietro, un tradimento dello spirito e del programma originario del partito. Ebbene, le elezioni tenute nel Nord Reno-Westfalia, cioè il land più ricco e popoloso della Germania, rappresentano la prima grande sconfitta regionale della coalizione di centrodestra del cancelliere tedesco Angela Merkel. La coalizione rosso-verde è riuscita infatti ad ottenere la maggioranza assoluta dei seggi e il partito socialdemocratico anche se di pochissimo è riuscito a sopravanzare la Cdu. La Spd ottiene infatti il 34,5% rispetto al 34,3% del partito cristiano-democratico, con i Verdi che raddoppiano i consensi passando dal 6,2 al 12,4% e la Linke di Oskar Lafontaine che fa un nuovo trionfale ingresso nel tredicesimo land su sedici con il 5,7%. La socialdemocrazia europea, “relitto del passato”, inadeguata secondo Veltroni a rappresentare la “società frantumata” di oggi, è invece ben viva e, guarda un po’, vince proprio nel nocciolo forte del paese guida dell’Europa. Forse qualche senso il progetto di Bersani ce l'avrà. 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

paragone assolutamente improprio quello tra la spd tedesca e il pd italiano che vorrebbe bersani; quello tedesco è un partito. punto. quando perde, perde solo; quando vince, vince da solo e ha la possibilità di governare da solo. bersani, invece, ancora non riesce a staccarsi da quelle suggestioni ulivite-unioniste che tanto hanno nuociuto alla sinistra e al paese intero. nella sua visione, "resiste" quell'idea del PD come partito leader di una coalizione di sinistra che vada dall' IDV ai comunisti italiani, passando per i "grillini"; è questo un progetto che, come dimostrato in passato, può portare a battere nelle urne il ticket PDL-LEGA, ma che poi non permette mai di trasformare la vittoria in governo e finisce col rendere sempre maggiore il consenso per il centrodestra.
le primarie hanno dato ragione a bersani e la logica di appartenenza al partito impone che si accetti la decisione della maggioranza, ma io continuo a credere che l'unica visione moderna ed in prospettiva vicente, non solo per il PD, ma sopratutto per l'italia, sia quella del "partito a vocazione maggioritaria" di veltroni e franceschinie mi impegnerò perche torni ad essere la linea del partito già dalle prossime primarie.

saluti
marco

carlo arcari ha detto...

Caro Marco, non è vero che la SPD "perde e vince da sola" come scrivi. Infatti ieri ha vinto perché è alleata con Verdi e Linke. Le "suggestioni uliviste" come le chiami tu, si traducono nel linguaggio politico in "alleanze". Che altro è quella vincente di centro destra tra Berlusconi e Bossi? Il problema della governabilità successiva alla vittoria elettorale è un altro esercizio classico di politica come arte del possibile. Prodi per due volte qui ha fallito, e con lui hanno fallito i dirigenti dei partiti dell'Ulivo e dell'Unione che avrebbero invece dovuto aiutarlo a trovare la soluzione "possibile". Insomma le alleanza nell'Italia reale, quella che c'è non quella dei sogni, sono una necessità. Il partito nuovo non è ancora nato e nel frattempo cosa facciamo: stiamo all'opposizione finché non nasce?

Anonimo ha detto...

sì! in attesa che il partito nuovo assuma una fisionomia definita, credo che al paese sia più utile un'opposizione seria, organizzata e coscienziosa, piuttosto che un'accozaglia arruffata di partiti senza veri punti comuni, come quella che ha caratterizzato le due "vittorie" di prodi, incapace di esprimere un reale linea di governo. dice bene, arcari: "Il problema della governabilità successiva alla vittoria elettorale è un altro esercizio classico di politica come arte del possibile". ma non può trasformarsi in un "esercizio di arte dell'impossibile" e francamente credo che il PD non possa e non debba condividere la visione politica reazionaria del "NO-PARTY"(no-tav, no-global, no-dalmolin,no-ecc..), quella populista dell'IDV, o quella "barricadera" e propagandistica del "movimento 5 stelle".
per lo meno, questa è la mia visione di quella che dovrebbe essere la linea guida del PD; so che molti non la condividonoed io farò di tutto per convincerli; poi come sempre, la maggioranza indicherà la strada.

marco