Il destino dei lavoratori Lares è nelle mani della politica e in particolare della politica padernese. La soluzione positiva che si era affacciata, con la disponibilità di un nuovo imprenditore interessato a sviluppare con i lavoratori della fabbrica fallita un nuovo progetto industriale, non potrà mai vedere la luce se la politica e soprattutto quella locale non faranno la loro parte. Ma la politica è inesistente.
L'incontro in Prefettura avvenuto due giorni fa ha messo in luce che, come scrivono i lavoratori sul loro blog: "i tempi della politica non sono quelli dei lavoratori". La fine della cassa integrazione incombe, ma nonostante l'interesse dichiarato dell'imprenditore che si è fatto avanti nei giorni scorsi, "non può essere prolungata a causa della mancanza di un progetto industriale che lo stadio attuale delle trattative, tuttora in fase preliminare, non ha ancora potuto produrre. Senza la proroga della cassa integrazione, tutti i lavoratori saranno messi in mobilità e di fatto licenziati. Occorrerebbe quindi che tutte le istituzioni presenti cercassero di collaborare alla ricerca di una soluzione a questo nuovo problema, tenendo ben presente che i tempi entro i quali dovrannno operare sono drammaticamente brevi e che dal loro impegno dipendono i destini di centinaia di persone. Pochi mesi di cassa integrazione in più consentirebbero lo svolgersi delle trattative le quali potrebbero anche concludersi positivamente". Questa volontà da parte dei nostri politici, purtroppo, non si vede e i lavoratori rischiano seriamente di perdere quest'ultima occasione per una mera questione di tempi tecnici e formalità.
Il nodo alla Lares, e lo si sa da mesi, è la disponibilità di una nuova area industriale per consentire l'avvio di una nuova attività. Senza terreno sul quale edificare la nuova fabbrica non è possibile fare un piano industriale, ma a questo lavoro di individuazione di un'area, che solo il Comune di Paderno può fare, il sindaco non si è mai dedicato. Insomma il primo cittadino che ha partecipato alla riunione di venerdi ha detto solo che lui un'area industriale da mettere sul tavolo per favorire la possibile soluzione non ce l'ha.
E' davvero così? Siamo in una situazione di estrema emergenza sociale e occupazionale e il Comune non è in grado, con tutte le aree dismesse e abbandonate che ci sono a Paderno Dugnano, di procurarne una e di offrirla in comodato d'uso per l'avvio di questa nuova impresa? Insomma il sindaco non vuol fare concretamente qualcosa, oltre e battere pacche sulle spalle e pronunciare discorsi vuoti, per sostenere questa iniziativa e tentare di farla decollare? Basterebbe poco, basterebbe ad esempio, trasformare un'area verde da 10mila mq e metterla a disposizione per dare subito una risposta significativa e concreta di volonta politica e disponibilità a rischiare insieme ai lavoratori e ai cittadini, ma i nostri amministatori ne sono capaci? Il nostro sindaco ha il coraggio e la forza morale per farlo? A questa domanda solo lui potrà rispondere.
3 commenti:
Sono allibito. Se si va a leggere l'ultima pagina della Calderina, consegnata ieri, vi è un'articolo a firma Alparone, riguardante l'assamblea comunale aperta sul tema del lavoro, tenutasi ai primi di Febbraio. Qui il sindaco scrive che Paderno deve tornare con la vocazione per l'imprenditoria, e il comune farà di tutto per agevolare gli imprenditori che vogliono venire a Paderno. Sindaco, come al solito solo parole,aspettando direttive politiche dai suoi superiori, oppure c'è una sostanza?
Alessandro
A parole sembra che ci siamo (ultima pagina della Calderina), con i fatti proprio no. Contrariamente a ciò che afferma il sindaco sulla calderina a proposito di parecchie aree dismesse e destinate al degrado da poter utilizzare per le nuove industrie, sconti fiscali e agevolazioni per chi vuole fare impresa a Paderno etc, nella realtà, quando si siede forse che ciò che dice al 2 di febbraio, è già stato dimenticato il 17? O magari l'articolo è probabilmente solo l'ennesima polvere negli occhi dei cittadini, il farsi bello a parole, magari quelle degli altri,citando ciò che i lavoratori hanno chiesto durante il consiglio comunale, come se fossero iniziative a lungo ponderate dall'amministrazione, e che alla fine resteranno solo parole di carta, buone soltanto per farci un'aereoplanino.
Mario R.
Sono tutti bravissimi e convincenti a parole...purtroppo le parole non servono, come non servono sedute comunali aperte riguardanti crisi e lavoro quando mancano proposte e soprattutto soluzioni concrete...
A quando le vere iniziative?
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