Giornalismo di destra: i bravi maestri

A proposito di cattivo giornalismo e di cattivi giornalisti. Il pittbul di casa Berlusconi, il manganellatore dell’aggettivo, lo squadrista editoriale, insomma, Vittorio Feltri, ha ammesso candidamente che tutte le cose truculente da lui sbattute in prima pagina sulla presunta vita sessuale di Dino Boffo, l’ex direttore di Avvenire che aveva osato criticare le scappatelle del padrone del Giornale (e della Mondadori, delle Tv, del Pdl, del Milan, ecc) erano tutte balle.
Lo ha rivelato en passant, come è nel suo stile, rispondendo alla lettera di una lettrice. Che grande giornalista e che uomo. Un vero esempio di rettitudine professionale e di tempra morale. Prima distrugge a pagamento la vita professionale e familiare di un suo inerme e mite collega, poi mesi dopo, dice di sfuggita, a denti stretti, che si era sbagliato, che non era vero, che gli dispiace.

Cosa volete, è la guerra, a volte ci vanno di mezzo gli innocenti, ha detto per giustificare il suo misfatto. Ma in fondo Feltri non è nemmeno il peggiore della compagnia.
Che dire infatti dell’esimio collega, Augusto Minzolini, direttore del TG della rete ammiraglia RAI. Il re delle omissioni ha colpito ancora, Il Tg1 delle 20 di venerdì 4 dicembre ha completamente ignorato la notizia del clamoroso ripensamento su Dino Boffo di Vittorio Feltri. Un silenzio che fa ancora più schifo delle bugie.
Ps: pare che il dietrofront feltriano non sia stato mosso da un ripensamento, ma dal tentativo di ammorbidire una causa per diffamazione che si preannuncia pesantissima per direttore ed editore. E questo è molto più credibile come movente.