sabato 10 ottobre 2009

Barbarossa: secondo gli storici solo propaganda leghista

Il Barbarossa nelle sale cinematografiche è un flop? Sono in molti ad affermarlo, a Erba, dove alla prima si sono presentati in 20, ma anche a Paderno Dugnano dove allo spettacolo di venerdì nella sala Chaplin dell'area Metropolis erano presenti a occhio una dozzina di spettatori e alla proiezione di questa sera non più di una trentina. Per domani sera però, all’appuntamento col regista, Renzo Martinelli, ci sarà probabilmente il tutto esaurito.
Il “filmone” come lo ha definito Bossi, a conferma che si tratta di una smaccata operazione politica, è già stato stroncato dalla critica della stragrande maggioranza dei giornali italiani e viene difeso praticamente solo da “Il Giornale” per puro senso del dovere. La stroncatura più terribile però non è venuta finora da un critico cinematografico, bensì da uno studioso di storia medioevale. “Le dichiarazioni "storiche" di Martinelli sul Barbarossa sono un cumulo ridicolo di menzogne e di sciocchezze, che nella migliore delle ipotesi riciclano vecchi cliché pseudostorici risorgimentali associandoli a banale propaganda leghista”.
Franco Cardini, massimo esperto italiano del Medioevo, cattolico tradizionalista e uomo d’ordine come si autodefinisce, ha sparato a zero sul film leghista, un kolossal dedicato ufficialmente a un personaggio storico, Federico Barbarossa, in realtà all’apoteosi di un eroe di fantasia qual è Alberto da Giussano della cui esistenza ci sono tracce solo letterarie. Insomma il film, secondo lo storico fiorentino, sarebbe una patacca politicamente inquinata, perché cerca solo di accreditare la mitologia leghista.
In una lettera pubblicata nei giorni scorsi dal quotidiano “Il Tempo” egli ha scritto un’appassionata difesa della figura dell’Imperatore tedesco:
Federico I fu il protagonista di una nuova e gigantesca concezione: rifondare l'impero romano-germanico di radice ottoniana (Carlo Magno non c'entra) alla luce della riscoperta del diritto romano giustinianeo, ripervenuto in Occidente da Bisanzio. Egli fu in tal modo uno degli iniziatori della cultura universitaria moderna (fondò l'Università di Bologna) e della cultura scolastica. Alcuni comuni norditalici gli si opposero, pur sempre dichiarando di volersi mantenere fedeli all'impero, rivendicando vecchi privilegi territoriali e fiscali (queste erano le libertates) che essi avevano acquistato o usurpato ai precedenti imperatori.
L'imperatore, che in Germania aveva favorito lo sviluppo dei poteri locali fondando così il federalismo tedesco, in Italia intendeva rientrar in possesso dei diritti e delle prerogative sovrane, usurpate soprattutto da Milano (che aveva a lungo oppresso anche i Comuni vicini). Dopo la battaglia di Legnano, perduta nel 1176, Federico seppe appieno recuperare autorità e prestigio grazie alla sua abilità politica e diplomatica, pacificandosi col papa Alessandro III e con i Comuni lombardi, cui accordò certo alcuni privilegi ma che accettarono dal canto loro pienamente la sua sovranità, che in quanto tale non avevano peraltro mai messo in discussione (altro che cacciare lo "straniero"!...).
Quanto al regno normanno di Sicilia, Federico voleva collegarlo alla sua dinastia attraverso il matrimonio tra suo figlio Enrico e l'ereditiera di quella corona, Costanza d'Altavilla (il che avvenne): ma non pensò mai lontanamente ad annetterlo all'impero.
Martinelli annunzia di star preparando un nuovo film storico, dedicato stavolta all'assedio turco di Vienna del 1683. Come insegnante nell'università statale e come cultore di storia, mi auguro che egli non sperperi di nuovo il pubblico danaro con altri insulti alla verità storica.
Mi sembra una bocciatura senza rimedio almeno per quanto riguarda i contenuti. Se qualcuno si è preso la briga di andare a vedere “Barbarossa” al Metropolis ci può raccontare se almeno come film in costume e di azione si salva?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

il film è comunque bello,e non lo dico da leghista,mi sembra assurdo parlare di film leghista,ma di capolavoro,come brave hearth o robin hood o balla coi lupi,ieri c'era il pienone con Martinelli.
il film cmq non vuol essere documentario,io credo che spogliandosi delle ideologie di sinistra,del razzismo nei nostri confronti e valutando il film per quello che è,cioè un film storico ma cmq un film lo si apprezza e gusti al meglio

andrea Bonandin

Anonimo ha detto...

Il film (oggettivamente) non è bello e non può essere paragonato a film al di fuori dei nostri confini.
Pecca per motivi tecnici, per lo più scenografici, in particolare il castello (per il quale un regista pignolo e preparato come Martinelli avrebbe dovuto dedicare più tempo per conoscere l'architettura del tempo e renderlo più "vero" agli occhi dello spettatore);
ma soprattutto nella struttura drammatica (che purtroppo, avendo visto i suoi film precedenti) mi aspettavo (il rapporto Eleonora - Alberto non appassiona per niente, e la Smutniak ha il singhiozzo per tutto il film)
E' comunque un film che può piacere e non trovo giustificazioni per l'accanimento verso questo film.
Ben vengano film come questi in Italia, e Martinelli dimostra di poterci tentare, (secondo me più come produttore che come regista).
Complimenti per il lavoro e la professionalità che si respira vedendo questo film.
Del resto non si vede come mai sia diventato bandiera del partito leghista (poteva diventarlo dei comunisti visto che a Legnano la Compagnia vince con le falci? e che Alberto è un fabbro e quindi usa il martello??).
Penso che questo alone politico abbia penalizzato molto il film, dando il peso della visione al pubblico della Lega che ha dimostrato di non amare il cinema.
Di regola al Metropolis, quando ci va un regista, bisogna fare la coda e sperare che rimanga un posto libero (che per gli ultimi non ci sarà): questa volta di posti vuoti ce ne erano una ventina e la sala era piena di politici e giornalisti.
Se non si vede questo film nella zona di Milano dove si deve vedere?
dov'è il pubblico milanese?
Il film sta andando molto male, lo paragonerei (con le debite distanze artistiche) a "I cancelli del cielo", il flop di M. Cimino che costò 40mln di dollari e ne incassò 1,5.
Qui stiamo su una spesa di 30mln di euro, e nel primo week end ha incassato meno di 0,5 mln!!!

non ho posizioni politiche, ma è solo giusto osservare i dati che parlano da soli: Il partito leghista, che è al governo e che dovrebbe aiutare l'economia, dovrebbe farsi un esame di coscienza: diciamo che se dipendesse da loro l'industria del cinema fallirebbe!!
Politicizzando questo film lo hanno portato sul rogo!
Anzi, se è fallita la United Artist (fondata da Chaplin) per il film di Cimino mi chiedo come faccia a non fallire la 01.

un saluto.
A.