Mercoledì scorso sono stato mandato dal mio giornale a seguire l’inaugurazione della Brebemi, cerimonia avvenuta a Urago d’Oglio alla presenza del Presidente del Consiglio. E’ stata la prima volta che ho potuto osservare a lungo e da vicino Silvio Berlusconi, ascoltarlo parlare ufficialmente e informalmente con persone diverse, e posso dire di avere compreso le ragioni del suo grande successo personale. E’ umanamente molto simpatico e la cosa colpisce di più e con più forza proprio quelli come me che invece non lo amano né lo apprezzano, politicamente e culturalmente.
E’ un uomo dotato di un carisma naturale che attira fisicamente il prossimo come una calamita. Dote che ne fa inevitabilmente un capo, ma un capo di tipo diverso dal solito, un capo simpatico, alla mano, molto spontaneo e pieno di calore. Non è un leader autoritario, che ti attira con la sua potenza; è un leader “democratico” che ti coinvolge nel cerchio di luce calda che lo segue come un riflettore. Un leader che ostenta le sue debolezze umane e ci ride sopra senza problemi anche perché sa, è sicuro, che per queste debolezze la maggioranza degli italiani, anche di quelli che non votano per lui, è pronta ad assolverlo.
Dopo essersi fatto fotografare praticamente con tutti, operai, poliziotti, baristi, sindaci, Berlusconi ha dominato la scena per tutta la mattinata, nel suo intervento a braccio ha rassicurato, blandito, elogiato, applaudito, promesso, soprattutto promesso, come una divinità benigna, il suo uditorio. Ha promesso anche alle migliaia di abruzzesi sotto le tende che andrà a l’Aquila in agosto a dirigere i lavori “la cosa che mi piace fare di più” e che a metà settembre cominceranno a entrare nelle nuove case che si stanno costruendo. “lavoreremo giorno e notte, sabato e domenica, li metteremo sotto a un tetto in una casa completa di tutto, dalle lenzuola al frigo pieno, stupiremo il mondo”. E la gente presente in sala non ha potuto che applaudire fragorosamente. Trascinato dall’entusiasmo ha trovato anche il modo di liquidare con una battutina applauditissima , i suoi “nemici” di Repubblica, che si ostinano a non capire che lui “non è un santo” e che proprio per questo è tanto amato e apprezzato dagli italiani. Poi, dopo aver scherzato anche coi ragazzi della banda, ha fatto il chierichetto insieme a Formigoni rispondendo tutto serio alle preghiere del sacerdote incaricato di benedire la prima pietra del cantiere autostradale che ha inaugurato schiacciando il bottone che azionava la betoniera, ma aspettando che l’orologio digitale del cantiere segnasse le 13 in punto.
Insomma, un animatore nato, un padrone bonario e generoso, indulgente anche con quelli che pensano di poterlo inchiodare alle sue debolezze di vecchio seduttore in disarmo. Che ha avuto però un solo momento di durezza, molto applaudito anche questo, di cui va tenuto conto (anche a Paderno Dugnano per quanto riguarda la Rho-Monza). A un certo punto parlando del ritardo della Brebemi provocato dal ricorso presentato a Bruxelles nel 2007, ha scandito: “In futuro useremo se occorre anche l’esercito contro gli ambientalisti che dovessero attaccare le grandi opere. Come abbiamo fatto a Napoli lo Stato saprà imporre le sue decisioni”. Gli ambientalisti e gli altri oppositori che non apprezzano il suo stile sono avvertiti.
2 commenti:
cosa possiamo aspettarci in un paese dove la media dei ristoratori guadagna 13.000 euri l'anno e nessuno li va a mettere in galera?
cosa possiamo augurare ai nostri ragazzi che crescono? Ragazzi: prendete la vostra laurea o il vostro diploma, andate a Malpensa e prendete il primo aereo per un paese civile. Sola andata. Fatelo, voi che non avete ancora nè figli nè legami. Ciao.
Leonardo.
Quello che è successo durante le nomine degli assessori, in quota PDL, della nuova provincia di Monza e Brianza è emblematico: la decisioni dei nomi non è avvenuta per volere del Presidente eletto Dario Allevi ma dal Presidente della provincia di Milano Podestà direttamente da Palazzo Isimbardi (ampio articolo è stato trattato dal "il Cittadino" noto giornale della Brianza). Ciò dimostra che i comuni governati da sindaci dello stesso colore politico (l'azzurro) dovranno sottostare alla decisione del "capo" pregiudicando il reale bisogno dei propri cittadini.
Andrea
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