martedì 30 luglio 2013

Tragedia Eureco: heri dicebamus

"I quattro morti dell’Eureco, tragedia scientificamente legata al profitto". Dure motivazioni per la condanna inflitta al titolare. "Merlino - scrive il giudice - svolgeva la gestione dei rifiuti in modo totalmente illegale, con netta, evidente prevalenza del fine di lucro". Giovanni Merlino era il titolare dell’azienda di Paderno Dugnano dove a novembre di tre anni fa il rogo provocò quattro morti tra gli operai. La voglia di fare più soldi trattando rifiuti pericolosi che avrebbe solo dovuto stoccare, "ha comportato ovviamente aspetti di frode “formale” quale la falsificazione dei formulari e l’attribuzione ai rifiuti di codici “di comodo” che consentissero un più agevole ed economico smaltimento".


Così il Giorno di oggi, 30 luglio 2013, riporta le motivazioni della sentenza che ha con dannato mesi fa il padrone dell'azienda di Palazzolo a 5 anni di reclusione (di cui molto probabilmente non sconterà nemmeno un giorno).
E' con amara soddisfazione che leggiamo queste parole condivisibili, ma che difficilmente purtroppo porteranno ad impedire che tragedie del genere si possano ripetere. Perché non basta una sentenza ben motivata per cambiare il sistema in cui persone come Merlino si arricchiscono bordeggiando leggi e norme troppo facili da aggirare grazie alla compiacenza di chi vuole che il sistema resti com'è.
Nell'ottobre 2011, un anno dopo la strage, su Padernoforum avevo scritto queste considerazioni che ripubblico oggi.

Occorre riflettere e devono farlo tutti i cittadini, ma in primo luogo devono farlo le forze politiche e le istituzioni locali e nazionali: il sistema non è più accettabile né sostenibile. Il profitto massimo non può essere più considerato il fine che giustifica tutto. 
La vita umana deve essere posta al di sopra degli utili di qualsiasi azienda e tra la sicurezza del lavoratore e la sopravvivenza dell’azienda deve essere chiaro chi dei due soggetti ha il diritto alla vita e questo deve venire riaffermato e dichiarato un valore indisponibile.
Bisogna cambiare, non le norme che ci sono, non le sanzioni, non i controlli che ci sarebbero, ma gli enti, le istituzioni, gli uffici e i responsabili che non le attuano o le applicano con troppa discrezionalità e indulgenza, consentendo – come dimostra la vicenda Eureco, che vengano aggirate da imprenditori pluricondannati, che non controllano come dovrebbero sulle condizioni reali in cui vengono svolte le attività nelle aziende a rischio, che non vigilano sulla sicurezza di lavoratori e ambiente. 
Insomma bisogna punire, sanzionare e togliere gli incarichi agli inadempienti. Alcuni di questi soggetti, che fanno capo a istituzioni elette dai cittadini devono essere denunciati pubblicamente e i loro responsabili politici che guidano gli enti da cui dipendono devono venire puniti esemplarmente  con il voto alle prosssime elezioni amministrative, oltre a venire perseguiti penalmente e civilmente con severità dove si ravvisino responsabilità o negligenze. Quindi per iniziare a cambiare bisogna in primo luogo avviare e sostenere una grande campagna di denuncia dei responsabili dei mancati controlli e delle certificazioni troppo indulgenti a partire dai fatti fin qui emersi dall’inchiesta Eureco.

Del Comune di Paderno e della sua giunta di destra non vale la pena discutere perché quello che hanno fatto e non hanno fatto è agli atti. Quando qualcuno, dopo la tragedia, ha cominciato a chiedere notizie delle autorizzazioni e dei controlli rilasciati al titolare della Eureco, pluricondannato e plurinquisito per reati ambientali il sindaco ha dichiarato al Corriere della Sera: "Sono indignato che di fronte al dolore umano si faccia polemica politica. L'azienda era in regola ed era in possesso di tutti i regolari permessi per operare in sicurezza su questo sito" e successivamente, sempre in un’altra intervista al Giorno dando degli “sciacalli” a chi chiedeva conto a politici e amministratori delle autorizzazioni facili, dei mancati controlli. Alle parole ha fatto poi seguire i fatti negando una sala pubblica ai Verdi che volevano fare un'assemblea cittadina sulla strage e rimandando di tre mesi un Consiglio comunale aperto sulla tragedia.
Un comportamento che mi auguro i cittadini non dimenticheranno quando si tratterà di votare e sanzionare.

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