venerdì 5 marzo 2010

Lavoratori "cellulari" in lotta assediano il Pirellone

Riceviamo da Ferruccio Porati, ricercatore della NSN di Cinisello Balsamo questa cronaca della giornata di lotta che si è svolta oggi a Milano dove i lavoratori delle aziende in crisi del settore telefonia (produttori, fornitori, ricercatori) hanno manifestato a difesa del loro lavoro e del loro salario. C'erano anche i lavoratori Lares perchè praticamente tutte le aziende in lotta erano state loro clienti.
A detta di tutti, quello delle telecomunicazioni è un settore strategico per il paese. Eppure le imprese del settore - dalle multinazionali come Nokia Siemens Network all’italianissima Italtel - chiudono i centri di ricerca, spostano altrove la progettazione, annunciano centinaia di esuberi. Così iniziava il volantino che ci invitava questa mattina a manifestare davanti al Pirellone.
Siamo arrivati presto noi di NokiaSiemens Networks di Cinisello: la nostra bara nera ed il nostro cartellone con la foca in via d’estinzione erano là per primi, appesi ai cancelli del grattacielo. Insieme a noi, i lavoratori della LARES, anche loro con lo striscione appeso a fianco alla nostra bara. Ho riconosciuto i lavoratori perché portavano sulle spalle la bandiera bianca e gialla che abbiamo appeso tutti, a Paderno, alle nostre finestre. La mattina è fredda: porca boia! Ogni volta che organizziamo una manifestazione o un presidio fa un freddo cane o nevica! Almeno la minaccia di pioggia sembra sparita. Pian piano arrivano tutti gli altri lavoratori del settore. Siamo la parte incomprensibile di questa crisi; come possono le Telecomunicazioni essere in crisi? Siamo nel paese dove si viaggia a tre cellulari a testa e siamo in crisi? L’altra cosa che colpisce è la presenza dei sindaci, di tanti sindaci: in particolare quelli dell’area ITALTEL, ma non solo. E i nostri? Dove sono i nostri? Non c’è nessuno accanto alla LARES ed ai Padernesi che manifestano. E’ pieno di televisioni, si sono mosse (quasi) tutte: ci intervistano la RAI, Telenova, Telelombardia, Telereporter…

Si parte, si procede da piazza Duca d’Aosta verso piazza Repubblica: striscioni, trombe e bandiere ed un migliaio di persone: la nostra “foca” NokiaSiemens Networks spicca in mezzo al corteo. Ma si può ridurre così tanta gente che ha sempre e fatto solo il proprio dovere al meglio dal primo all’ultimo giorno? E’ etico tutto ciò?
Le istituzioni Lombarde non ci sono; non ci sentono: si dicono sempre disposti ad ascoltare ma gli unici personaggi che mandano sono sempre quelli che si devono occupare degli ammortizzatori sociali. “Non ci interessano questi personaggi! – tuona il sindacalista di Italtel – non vogliamo la carità e la finta pietà! Vogliamo dei piani industriali seri per portare avanti il nostro lavoro! sappiamo fare tutto, possiamo fare tutto!”. E’ la verità: prima facevamo le centrali di rete fissa, poi abbiamo fatto il GSM, poi l’UMTS; sappiamo fare quello che serve: vogliamo il riconoscimento delle nostre competenze, non gli avanzi del lauto pasto dei ricchi spacciato per carità! Non vogliamo l’elemosina della cassa integrazione: vogliamo prospettive serie e non cessioni (come sarà per noi) a società che fino ad ieri erano nostre fornitrici di personale a basso costo da addestrare. Cosa vuoi che venga fuori da un’acquisizione di questo tipo? Se non l’ennesimo, mero, passaggio di denaro dalla multinazionale alla società che si fa carico dell’outsourcing, senza alcuna prospettiva per il personale ceduto? Ma vi vedete voi la FIAT auto data in outsourcing a chi, fino ad oggi, le fornisce i bulloni? Ma siamo seri, per favore…
Almeno, alla fine, il sole fa capolino e sembra proprio uno scorcio di primavera. Che sia un segno premonitore di qualcosa di diverso? Lo spero tanto, in particolare per tutti quelli della LARES e della Metalli, che da molto tempo stanno peggio di noi. E anche per noi, per non ripercorrere, domani, l’esperienza amara dei lavoratori di LARES e Metalli Preziosi. In bocca al lupo a tutti noi.

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