Qual è l'immagine di Paderno Dugnano che emerge navigando in rete, qual è il ritratto della nostra città che tutti possono ammirare?
Ho provato a cercare su Google e su Flickr, ma l'immagine che ne ho ricavato è piuttosto deludente: se si escludono le foto di cronaca l'immagine ufficiale di Paderno Dugnano si riduce a: una processione religiosa, il lago Nord e la sua fauna, la ferrovia, la città innevata, tramonti, un cinema multisala. Si tratta di cartoline scattate da diversi autori che non raccontano nulla di una città per loro caratterizzata solo da queste strutture. Inoltre quasi tutte le foto sono nature morte perché prive della presenza e della dimensione umana.
Ho provato a cercare su Google e su Flickr, ma l'immagine che ne ho ricavato è piuttosto deludente: se si escludono le foto di cronaca l'immagine ufficiale di Paderno Dugnano si riduce a: una processione religiosa, il lago Nord e la sua fauna, la ferrovia, la città innevata, tramonti, un cinema multisala. Si tratta di cartoline scattate da diversi autori che non raccontano nulla di una città per loro caratterizzata solo da queste strutture. Inoltre quasi tutte le foto sono nature morte perché prive della presenza e della dimensione umana.
Un'immagine povera insomma e io che ero alla ricerca di fotografi che avessero raccontato con la loro fotocamera qualcosa della Paderno del terzo millennio stavo quasi per chiudere rassegnato il pc, quando come per miracolo da un album Flickr è emersa questa fotografia scattata in un'area dismessa che per me si impone con la potenza di un affresco.
A realizzarla è stata Anna Visini, una graphic designer milanese che ha raccolto un centinaio di commenti entusiastici. Io trovo particolarmente indovinata la scelta della fotografa di sovrapporre l'immagine a una superficie murale (effetto visibile sul suo album Flickr) cosa che aggiunge materialità e significato alla fotografia che mostra un insediamento ex industriale disseminato dei resti archeologici di un lavoro e di una vita che non ci sono più. E' una fotografia che ci racconta molto del presente, della nostra città deindustrializzata e condannata alla decrescita e all'abbandono perché l'industria che muore non viene sostituita da nulla che non sia cemento. Una immagine di morte quella proposta da Anna Vasini, riempita però di vita e di speranza dalla presenza classica di una ragazzina che gioca col cerchio. Bellissima.
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