Achtung zecche. L’area del Parco Toti forse necessita di una seria disinfestazione. Oltre alle zanzare nella zona della cava è stata segnalata da diversi cittadini, pescatori e non, anche la presenza delle zecche. “Ieri tornando a casa dopo aver pescato nella cava, facendo la doccia, me ne sono trovate addosso due – dice Mauro, un ragazzo di Palazzolo -. Erano insetti piccoli e nerastri, due tre millimetri al massimo, che mi si erano attaccati sulla schiena e sull'orecchio”.
La zecca è un parassita che si trova nei prati, ma anche sugli alberi dai quali si lascia cadere sull’animale a sangue caldo che passa sotto. Le stagioni che seguono inverni troppo miti favoriscono la proliferazione dell’insetto che si moltiplica anche al Nord in modo abnorme.
L’acaro quando aggredisce inietta nella pelle del malcapitato un anestetico. La puntura quindi può passare inosservata, l’unica traccia è un piccolo alone rosso. Se non si interviene togliendo l’animale dal proprio corpo, ma soprattutto il rostro che ha conficcato nella pelle, si corre il rischio di essere infettati e in ultimo di poter contrarre malattie serie come la rickettsiosi (febbre del bottone), il tifo da zecche e la borreliosi di Lyme.
In caso di avvistamento dell’acaro sul proprio corpo, se si è vicini ad un pronto soccorso o ad un ospedale, è consigliabile fare intervenire i sanitari. In caso contrario è bene togliere l’animaletto con delle pinzette ricurve stando attenti ad estrarre anche il rostro che si può staccare dal corpo dell’acaro e restare imprigionato nella pelle. Inutili i vecchi consigli dei nonni che dicono di cospargere la zecca di olio per non farla respirare e così farla staccare dal corpo. Questo parassita riesce a non respirare per più di 15 minuti, per cui a poco serve questa soluzione. Importante è invece trattare la zecca con dei guanti per non farsi infettare dai suoi liquidi. Appena estratto il rostro la parte va abbondantemente disinfettata. Utile anche una profilassi a base di antibiotici.
E’ bene sapere comunque che la zecca non si attacca subito alla pelle, cerca anche per tre o quattro ore, attraverso varie passeggiate tra i vestiti ed anche tra gli indumenti intimi, il luogo adatto per annidarsi e poi iniziare l’operazione di “pompaggio” del sangue. Quindi esiste un margine di tempo nel quale l’infezione ancora non si attiva. Il rischio esiste anche dopo essere stati vicini a cani, cavalli e soprattutto alle pecore, vale un’accurata ispezione del corpo.
3 commenti:
Complimenti per questo sintetico ma assai competente breve saggio di entomologia!
Ti stai candidando a sostituire l'assessore Tonello nella prossima legislatura?
Luigi Vannucchi
No, sono un ignorante, mi limito a fornire informazioni, spero utili, riprese da Wikipedia
beh ci vuole poco a sostituire il buon Tonello....
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