"Sono indignato che di fronte al dolore umano si faccia polemica politica. L'azienda era in regola ed era in possesso di tutti i regolari permessi per operare in sicurezza su questo sito". A parlare è il sindaco Alparone e queste dichiarazioni sono state rilasciate al Corriere della Sera il 6 novembre 2010, cioè due giorni dopo l’incendio della Eureco. Noi chiedevamo di sapere come e perché era accaduto l’incidente e notizie dell’inquinamento ambientale provocato dai fumi sprigionati dalle sostanze bruciate, ma secondo lui facevamo "polemiche politiche" perché, affermava con sicumera, l’Eureco “era in regola” e sulla base dei permessi rilasciati operava “in sicurezza”.
Oggi la Magistratura inquirente, dopo aver preso visione della perizia tecnica, ci informa tramite la stampa che invece non era affatto così: l’azienda di Merlino trattava “sostanze non segnalate” agli enti di controllo, “trattava sostanze pericolose per le quali non era autorizzata”, i lavoratori addetti al trattamento “non erano stati formati” per lavorare con queste sostanze.
Le perizie del Tribunale hanno accertato che nell’azienda erano stoccati irregolarmente, in un cassone aperto e contro tutte le norme, ben tremila chili di setacci molecolari impregnati di propano, gas molto infiammabile e pericoloso, accanto a fusti pieni di scarti di vernici miste a solventi e che l’incendio è stato innescato dal motore diesel di un muletto; cioè gli operai stavano lavorando in un ambiente saturo di gas esplosivo con un mezzo a motore a scoppio. In questo quadro di totale insicurezza i numerosi precedenti del titolare dell’impresa "sono un’aggravante” ha osservato Manuela Massenz, magistrato della Procura di Monza, che ha aggiunto “le mancanze delle istituzioni per quanto riguarda i controlli e le verifiche emergono chiaramente”.
Le perizie del Tribunale hanno accertato che nell’azienda erano stoccati irregolarmente, in un cassone aperto e contro tutte le norme, ben tremila chili di setacci molecolari impregnati di propano, gas molto infiammabile e pericoloso, accanto a fusti pieni di scarti di vernici miste a solventi e che l’incendio è stato innescato dal motore diesel di un muletto; cioè gli operai stavano lavorando in un ambiente saturo di gas esplosivo con un mezzo a motore a scoppio. In questo quadro di totale insicurezza i numerosi precedenti del titolare dell’impresa "sono un’aggravante” ha osservato Manuela Massenz, magistrato della Procura di Monza, che ha aggiunto “le mancanze delle istituzioni per quanto riguarda i controlli e le verifiche emergono chiaramente”.
Allora, sindaco Alparone, tutto a posto, tutto in regola? Oggi non ha niente da dichiarare? Un’ultima domanda: che fine faranno i lavoratori Eureco, i superstiti rimasti senza lavoro, senza stipendio, senza reddito, senza ammortizzatori sociali? L’amministrazione di Paderno Dugnano intende aiutarli concretamente o si prepara a metterci sopra una bella lapide come qualcuno gli suggerisce di fare?
Alparone era solo preoccupato che potessero esserci scandali nella città dove era sindaco ecco perchè minimizzava tutto. Per quanto riguarda i superstiti o le vittime dell'Eureco, forse ci sarà per lui l'occasione di farsi tante belle foto da mettere sul suo giornalino, accanto alla targhetta o alla lapide fabbricata all'uopo. Troppo cinico? Nooo...Aspettate e e vedrete.
RispondiEliminaDario