Oscar ci conferma che oggi, a fronte di qualsiasi articolo scritto su un giornale, un lettore grazie al web, a Google e Wikipedia e altri mezzi gratuiti di informazione, può approfondire e spiegare in modo anche radicalmente diverso "i fatti" esposti dal giornalista in modo parziale e tendenzioso (nel caso di una testata come il Fatto o Libero, per fare due esempi, ciò è abbastanza normale). Compito di un giornale non è affermare le tesi e le opinioni dei suoi redattori come verità rivelata o peggio raccontare ai lettori solo "i fatti" che vogliono sentirsi raccontare. Questo casomai può essere la mission di un blog, cioè del diario personale di un cittadino che lo alimenta con le sue opinioni, idiosincrasie, amori, illusioni e rancori. Al contrario un giornale deve presentare sempre e comunque tutti i fatti di cui è a conoscenza e solo dopo offrire al lettore una chiave di lettura, mettendolo però prima in condizione di giudicare. I giornalisti de il Fatto non usano Google e non consultano Wikipedia oppure pensano che loro compito sia spacciare ogni giorno la loro dose di parzialità e tesi precostituite?
Caro Carlo, come già si evince dal tuo articolo e
dai commenti, il problema non è tanto la discriminante web/carta o
gratuito/a pagamento, ma la professionalità di chi scrive.
Come per qualsiasi mestiere nella
professione del giornalista ci sono regole e buone prassi che possono
essere seguite oppure no.
Ti porto ad esempio questo articolo di
un noto quotidiano (il Fatto) con ampia diffusione sul web che inizia così: "Ecco come la
politica s’è mangiata la gallina dalle uova d’oro. L’asta
deserta per la vendita liquida definitivamente le ambizioni di quello
che doveva essere il “polo autostradale del Nord”. Eppure nel
2006 la società era un gioiello e macinava 37 milioni di utili. Sei
anni dopo, ultima semestrale di cassa, ne dichiara sette. Con 700
dipendenti e 300 milioni di debiti"
Caspita da 37 a 7 milioni di utili, 700
dipendenti e 300 milioni di debiti in sei anni di gestione è un
brutto risultato. E in questi sei anni si sono succedute
amministrazioni di colore opposto. La tesi, avvalorata dalla foto in
home page, è la solita contro la casta della politica rappresentata
dai due partiti maggiori. L'articolo non spiega molto di più;
aggiunge a sostegno 5 mila tessere autostradali gratuite, l'affaire
Gavio e assunzioni in quota, più una serie di nomi di persone
collegate a fatti al vaglio della magistratura (che potrebbe valutare
diversamente quelle che per il momento sono le tesi del PM).
Ora, sia chiaro, io comunque non
contesto qui la tesi (abbiamo una infinità di altri esempi di
malapolitica) ma mi lascia perplesso la costruzione dell'articolo. Io
immagino il giornalista come una persona che fa delle ricerche,
raccoglie delle notizie e le organizza, poi presenta le informazioni
e ne trae delle conclusioni o, viceversa, fa una affermazione e poi
porta i dati a sostegno. Perché se non si fa così si alimenta
una posizione senza informare i cittadini (che credevo fosse lo scopo
del giornalismo).
In questo articolo invece la tesi è
all'inizio ma poi non viene spiegata nel dettaglio, nonostante una
parte del quale sia riscontrabile in rete usando google e avendo
voglia di leggere (e immagino che i giornalisti abbiano anche altre
fonti).
UTILI
Intanto, viene detto ma può essere
sfuggito, 7 milioni di utile sono il risultato semestrale quindi (non
essendo finito l'anno) diciamo che l'utile passa da 37 a
(presumibilmente) 14 in sei anni ?
Utile per anno della società
Serravalle
2005: 33.990
2006: 35.678
2007: 32.827 (da comunicato stampa)
2008: 32.987
2009: 34.876
2010: 24.227
2011: 17.028
2012: 7.000 (semestrale)
Quindi affermare che negli ultimi 6
anni è passata da 37 a 14 non è corretto, è successo negli ultimi
3 e nei bilanci sono spiegati i motivi contabili, sui quali però non
entro anche perché la tendenza è comunque chiara.
DIPENDENTI
Un "carrozzone da 700 dipendenti".
Ma di quanti dipendenti necessita il gruppo Serravalle?
2005: 641
2006: 643
2007: (manca dato)
2008: 720
2009: 737
2010: 753
2011: 756
*numero medio di dipendenti
In effetti il numero medio di
dipendenti è continuato a salire, oltre 100 unità in sei anni,
anche in questo caso vengono fornite delle spiegazioni ma anche in
questo caso la tendenza è chiara.
Naturalmente i bilanci non dicono se
erano tutti amici di Penati o, nel caso gli ultimi, di Podestà, ma
forse ci si riferiva a casi di "spoil system" sul quale si
può discutere ma, sui dipendenti del gruppo, l'impressione (ma
questo è un parere personale) e che alla Serravalle servano
mediamente 700 persone quindi il termine "carrozzone"
sembra fuori luogo.
DEBITI
2005: 149.679
2006: 166.902
2007: (manca dato)
2008: 262.853
2009: 263.890
2010: 340.015
2011: 339.648
La situazione debitoria è cresciuta in
modo costante, ma i debiti sono soprattutto debiti verso banche e, in
subordine, debiti verso fornitori bisognerebbe analizzare se sono
parte di investimenti.
In realtà un dato più interessante,
che non viene invece preso in considerazione, è il Margine Operativo
Lordo (MOL) che è un indicatore di redditività.
MOL
2007: 98.014
2008: 92.113
2009: 89.103
2010: 95.042
2011: 100.220
Che dice che l'azienda non è messa
male come la dipingono e che magari contano altre questioni (compresa
la crisi) sulle aste deserte.
Sugli altri argomenti citati:
- Le 5 mila tessere gratuite sono
"notizia recente" quindi aspettiamo i riscontri.
- L'affaire "Gavio" (se sarà
dimostrato) al limite ha penalizzato la Provincia di Milano (che le
azioni le ha acquistate) non il gruppo Serravalle.
Sulle singole persone citate non mi
esprimo.
Conclusione: davvero il presidente della Provincia
(per quanto socia di maggioranza) può fare ciò che vuole della
gestione di un’azienda come la Serravalle in barba a soci,
meccanismi di controllo e altro? Però, ripeto, non voglio contestare
la tesi, che magari si dimostrerà corretta, ma qui è presentata in
maniera preconcetta. Discuto il modo con cui è costruito l'articolo
che non aiuta il lettore a capire. E purtroppo capita spesso.
Oscar Figus
5 commenti:
il problema è riferito sopratutto agli amici o agli amici degli amici che hanno compensi da 80 a 140.000 € che non sono pochi, la parola carrozzone è riferita a tutto, debiti, crollo dell'utile, consulenze inutili e poltrone d'oro per amici, compagne e parenti e certamente anche all'avere 700 dipendenti, che non so se sono tanti o pochi, ma se si assume in un anno un sesto degli attuali dipendenti, forse sono un pochino troppi. basta leggere l'articolo che forse, un po' di marcio c'è stato in Serravalle o no?
adriano
Caro Adriano
io non ho contestato il titolo ma lo svolgimento.
Che ci sono amici e amici degli amici con compensi da 80 a 140000 euro lo scrivi tu, mentre il dettaglio sui dipendenti l'ho dato io.
Non avrebbe dovuto dirli il giornalista ?
Oscar
Caro Oscar,
guarda che lo scrive il giornalista sia nell'articolo sul web che in quello cartaceo, poi un'altra cosa su cui non sono d'accordo è dire che "il fatto" è fazioso e paragonarlo a libero è un po' grossa. E' l'unico giornale che non guarda in faccia a nessuno (destra, sinistra, centro, m5s), perchè non è pagato da nessuno tranne chei suoi lettori, non ha editori di riferimento.
Adriano
Caro Adriano hai ragione, tra i due giornali ci sono moltissime differenze e paragonarli senza spiegare il perché non è corretto. Libero è un giornale largamente finanziato dallo stato oltre che dalla Fondazione S. Raffaele e dall'editore Angelucci, deputato PdL, mentre il Fatto è pagato e sostenuto solo dai suoi lettori. La similitudine tra le due testate a mio parere è invece nello stile, nel tono del linguaggio e nel modo di dare le notizie. Per te non è fazioso, per me lo è invece perché quando scrive qualcosa lo fa sempre con l'atteggiamento di chi ha già una sua idea precostituita dei "fatti" che il testo scritto deve avvalorare e affermare. Report, ad esempio, che fa un programma di denuncia giornalistica non lavora così o almeno quasi mai. Insomma nel contenuto degli articoli de il Fatto e di Libero l'opinione di chi scrive sovrasta i fatti. Niente di male, ma non è giornalismo. E' agitazione politica, come quella che faccio io sul blog. Sul blog, appunto. Un giornale dovrebbe fare un'altra cosa.
caro Carlo, non sono completamente d'accordo perchè è ovvio che se un giornalista scrive un articolo in cui da delle notizie, o scrive 4 righe dicendo è successo questo e quello, oppure l'impronta che da è quella del suo pensiero che nel caso di Libero e similari è solo ed esclusivamente del loro datore di lavoro, nel caso del Fatto è quello come la pensano loro e all'interno ci sono posizioni poliche diverse tra loro, a proposito stasera alle 21 per la Lombardia su Telelombardia c'è la prima volta della TV fatta dal Fatto con vari giornalisti e personalità, a presto Adriano
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