giovedì 5 maggio 2011

Con la destra al governo la ricerca italiana finisce in cantina

Vi propongo questa amara riflessione di Ferruccio Porati sul destino che la globalizzazione riserva alla innovazione industriale italiana che il governo ha abbandonato al tritacarne del mercato come fosse, non l’unica vera risorsa su cui il Paese può contare per costruire il suo futuro, ma un residuo del passato da rottamare. E’ grazie a questa politica della nostra classe dirigente localista, tutta tesa a difendere il latte e le compagnie aeree decotte, se il frutto migliore della nostra ricerca finisce in cantina. 
Ieri sera, prima di risalire in macchina per fare ritorno a casa, ho notato, sul fronte del palazzo in vetrocemento di via Monfalcone che una volta ospitava i 1.200 dipendenti del Radiomobile di Siemens, quel malinconico striscione rossoblù che cerca disperatamente di offrire i 4 piani di quell’edificio a qualcuno interessato ad entrarvi. Qualcuno che, evidentemente, oggi non c’è nella realtà economica italiana. Uscita di scena la multinazionale che, per numeri e per disponibilità finanziaria poteva tranquillamente accollarsi l’affitto dello stabile da qui all’eternità, cercare di riempire quello spazio con tante piccole società “Scaccabarozzi s.n.c.” risulta impossibile anche nel più ottimistico ed onirico scenario che uno possa propinarsi.  

Dei 1.200 ricercatori che lavoravano nel palazzo fino a due anni fa oggi ne restano 25-30, confinati in uno scantinato che ospita i laboratori, i quali sono ancora di proprietà della multinazionale. Noi invece siamo stati scaraventati nel mondo delle “società di consulenza”, tramite quella formale “cessione di ramo d’azienda” dello scorso anno, e, di fatto, oggi noi siamo “ospiti” sugli apparati che ci sono sempre appartenuti negli ultimi 25 anni appena trascorsi. Ovviamente non c’è più nulla di quello che c’era prima: niente mensa interna (sostituita da un ticket), niente posteggio interno per chi viene dall’hinterland, per bere è meglio comprare l’acqua di distributori, ecc. ecc. Immaginatevi voi che situazione spettrale vedere ogni tanto transitare uno dei 25 reduci in mezzo al vuoto pneumatico delle strutture o dei cortili spopolati. Non c’è più nulla di quel gruppo meraviglioso di ricercatori, tecnici, ingegneri che hanno creato il business mondiale del radiomobile italiano e che avrebbero potuto proseguire a sviluppare e proporre novità per almeno un altro decennio prima di entrare in fasi di puro mantenimento. Senza contare che si poteva continuare sulla telefonia di quarta generazione, pianificando ulteriormente il futuro.
Ringraziando i vari Romani, Del Nero, ecc. ecc. che di tutto questo dramma non ne percepiscono affatto la cifra: meglio affossare ed annegare il tutto con strampalate considerazioni sulla “creatività” della nostra moda: pensa che sollievo per chi lavorava nell’ambito R&D di un’azienda telefonica ... dai watt alle paillettes, cosa vuoi che sia?
Ing. Ferruccio Porati

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Del Nero ???? Scommetto senza saperlo che è un assessore della Provincia di Milano: vero ???

Ah allora ho capito tutto ...

Anonimo ha detto...

Purtroppo con la firma del decreto Prestigiacomo-Romani, anche per il fotovoltaico e gli impiegati del settore ci saranno conseguenze pesanti. Si parla già di impossibilità a mantenere l'attuale livello occupazionale, di ricorso agli ammortizzatori sociali e di delocalizzazione delle aziende.Questo governo sembra ormai un treno in corsa senza freni.
Fabio